OLBIA. Le acque si fanno torbide attorno all’Olbia Calcio, la scadenza del 4 giugno per il pagamento degli stipendi è passata con il riconoscimento di un semplice pagamento parziale verso i calciatori che, se da una parte tiene buoni i professionisti della pelota, dall’altra non accontenta alcune maestranze che attendono ancora la corresponsione degli emolumenti.
Eppure, in occasione della conferenza stampa del 30 aprile Benno Reaber aveva tranquillizzato tutti, dicendo “faremo fronte ai nostri impegni senza difficoltà”. Ricevute queste rassicurazioni, il problema si è spostato sul “quando” si farà fronte al pagamento degli stipendi verso tutti, calciatori, amministrativi e personale addetto ai lavori.
Invero, non va sottaciuto che l’Olbia targata Swiss Pro ha ereditato una situazione debitoria non proprio tranquilla, i debiti totali – a quanto detto da Benno Reaber – ammonterebbero a diversi milioni di €uro che sicuramente non sono maturati dal 24 marzo in poi, epoca in cui il dimissionario Alessandro Marino ha ceduto la poltrona da Presidente a Guido Surace. La situazione pregressa era già borderline e tutti lo sanno ma, il tempo trascorso da fine campionato ad oggi ha messo in evidenza solo debiti pregressi e difficoltà di ogni genere, a cui però non ha fatto seguito una soluzione veloce e definitiva dei problemi per il futuro del club.
È vero che mentre da una parte negli ambienti sportivi si discuteva sull’eventuale ripescaggio, sui nomi di tecnici, direttori sportivi e calciatori, dall’altra Guido Surace lavorava alacremente per evitare la bancarotta del club che al momento sembrerebbe scongiurata. Sembrerebbe; perché per evitare tutto questo occorre un ulteriore passo avanti verso il pagamento a saldo degli stipendi per tutti i dipendenti. Essere in linea con la corresponsione di quanto dovuto non deve essere considerato un optional ma un vero e proprio dovere.
Una società di calcio, così come un’altra attività imprenditoriale o commerciale, può avere dei debiti verso fornitori o consulenti ma gli stipendi non possono passare in secondo piano, qui si parla del sostentamento alle famiglie e quindi non sono ammessi ritardi se non fisiologici.
Se è vero che la società svizzera che detiene il pacchetto di maggioranza dell’Olbia Calcio, ha veramente le disponibilità per fare fronte a questo momento particolare, tiri fuori i soldi e dia una dimostrazione tangibile che la governance è solida e in grado di affrontare il futuro con serenità.
Questo è quanto chiedono tifosi e appassionati, sportivi e supporters ma ancora prima le famiglie di chi lavora nella società bianca con impegno e passione.
Una volta assolte certe incombenze si potrà riprendere a parlare di calcio vero, per ora la situazione dell’Olbia Calcio rimane enigmatica tra silenzi e impegni solo parzialmente mantenuti. Adesso si attendono mosse concrete da parte della nuova proprietà che possano porre fine a queste difficoltà e dare un colpo di spugna ad un passato non proprio trasparente e virtuoso.