★VIDEO★ Il nuraghe Belveghile, vittima silenziosa della modernità, ha rischiato di essere distrutto negli anni ‘80 con il passaggio a raso della superstrada, l’attuale circonvallazione del Cipnes. Ma grazie alla caparbietà degli archeologi Antonio Sanciu e Rubens D’Oriano, si è raggiunta una mediazione tra Consorzio Industriale e Soprintendenza, consentendo alla strada di passare sopra il monumento, salvandolo. Il risultato non può essere considerato tra le migliori testimonianze della nostra storia millenaria ma, nonostante tutto, il nuraghe, dopo circa 40 anni, non solo continua a resistere ma progredisce e diventa persino un simbolo di resilienza.
Oggi, infatti, il Segretariato regionale del Ministero della Cultura punta a rendere il monumento accessibile al pubblico. Il progetto si avvale del finanziamento di circa un milione di euro che include anche l’ultimo restauro terminato due anni fa dall’archeologa Paola Mancini.
“Dopo aver presentato gli scavi del Belveghile ora siamo arrivati al passaggio successivo, forse meno appariscente ma fondamentale – spiega Massimo Casagrande, archeologo del segretariato regionale del MIC -. Si tratta della creazione di un blocco servizi e di una struttura di accoglienza che permetterà l’apertura del sito alle visite”.
Il progetto prevede la costruzione di una struttura di accoglienza nell’area laterale, non interessata da reperti archeologici, che includerà servizi igienici, un anfiteatro per presentazioni e mostre e un parcheggio adatto anche ai bus. “Grazie al supporto del Cipnes, sarà completato un nuovo lotto che consentirà un migliore accesso e una maggiore interazione con l’area”, aggiunge Casagrande.
La direzione dei lavori è affidata all’architetto Leo Orgiu, con l’assistenza di Maria Teresa Solinas. L’impresa esecutrice è la Luciano Sini S.r.l., con la direzione tecnica di Emanuele Sini.
Casagrande illustra anche il nuovo progetto innovativo che prevede l’utilizzo del cavalcavia: “Ovviamente il viadotto non può essere eliminato, anche perché rappresenta un’infrastruttura essenziale per Olbia. Tuttavia, questa struttura, pur utile, è visivamente ingombrante. Il progetto prevede di rivestirlo con acciaio corten per esaltarne la modernità e coprire le strutture in cemento. In corrispondenza verticale del nuraghe, saranno realizzate incisioni sullo stesso corten che richiameranno visivamente l’alzato originale del monumento. Non si tratterà di una ricostruzione ma di un’interpretazione visiva che offrirà una nuova prospettiva al nuraghe. Attualmente, infatti, il monumento appare ‘schiacciato’ dalla struttura sovrastante ma questa soluzione permetterà di conferirgli maggiore slancio verso l’alto, restituendogli dignità visiva e archeologica”.
Per quanto riguarda i futuri sviluppi, Casagrande mantiene un approccio realistico: “Intanto, puntiamo a concludere i lavori entro febbraio o marzo per rendere il sito fruibile. Abbiamo richiesto ulteriori 4,5 milioni di euro per completare gli interventi che includono anche gli scavi delle aree esterne, dove si trova il resto del villaggio nuragico”. Di seguito il servizio trasmesso nel TG di Telesardegna