OLBIA. All’ospedale Giovanni Paolo II è stato effettuato un prelievo multiplo di organi da una persona sessantenne deceduta a causa di una lesione encefalica acuta irreversibile.
L’attività è stata coordinata dalla struttura complessa di Anestesia e Rianimazione, in collaborazione con il Centro Regionale Trapianti, che ha coinvolto diverse équipe chirurgiche provenienti dalla penisola e dalla Sardegna. Grazie alla generosa donazione di cuore, fegato, polmoni e reni, cinque pazienti provenienti dal Veneto, dalla Toscana, dal Piemonte e dalla Sardegna hanno ora una nuova speranza di vita. È il primo prelievo d’organi del 2023 effettuato nella regione della Gallura.
“Da un evento purtroppo doloroso come la morte – ricorda il direttore di Anestesia e Rianimazione, Roberto Passaro – c’è la possibilità di regalare una nuova vita a tanti pazienti, attraverso la donazione. Quando nelle nostre strutture si registra una morte encefalica, attiviamo le procedure di legge.
Gli organi prelevati dal donatore saranno trapiantati nei riceventi, compatibili, in lista d’attesa. In tutto questo processo è fondamentale il grande lavoro di squadra che si crea tra il personale della Rianimazione, del blocco operatorio e tutti gli specialisti della Radiologia, della Cardiologia e del Laboratorio Analisi che intervengono nelle diverse fasi”.
«Quando avviene un prelievo d’organi le prime persone da ringraziare sono i familiari che in un momento di grande dolore hanno la forza di dimostrare generosità verso pazienti che senza trapianto avrebbero poche speranze di vita – sottolinea la coordinatrice locale dei prelievi d’organo Fabienne Fonnesu -. L’accertamento della morte encefalica è un obbligo di legge. Se in ospedale si verifica un sospetto di morte encefalica si apre una fase di verifica. Il rianimatore – spiega la dottoressa Fonnesu – valuta i riflessi troncoencefalici ed effettua il test della respirazione. A quel punto richiede un consulenza neurologica per eseguire l’elettroencefalogramma.
Se il tracciato risulta piatto si riunisce il Cam, il collegio medico composto da un Rianimatore, un medico della Direzione Sanitaria o Anatomopatologo e un medico Neurofisiopatologo. Il Collegio medico esegue tutte le verifiche previste dalla normativa vigente per accertare la morte encefalica. La valutazione clinica collegiale dura almeno sei ore. Fatte tutte le verifiche previste dalla normativa, e una volta accertata la morte, contattiamo i parenti. Poi avvertiamo il Centro Regionale Trapianti che verifica se la persona ha indicato volontà di donazione dandone comunicazione ai familiari diretti, che in caso di mancata espressione possono decidere di dare il via libera al prelievo”.
A quel punto il Centro Regionale Trapianti valuta l’idoneità: se gli organi risultano compatibili con pazienti in lista d’attesa residenti in Sardegna si allertano le équipes dell’Isola, altrimenti vengono contattate quelle di altre regioni.
“È quanto avvenuto ad esempio qui a Olbia – aggiunge Fabienne Fonnesu –. Il prelievo è durato sei ore e poi i medici sono subito ripartiti per le diverse destinazioni, in modo da procedere con i trapianti. Un lavoro lungo e delicato, dove tutti i soggetti coinvolti si sono impegnati per rispettare le volontà dei familiari e salvare la vita ad altre persone”.