Anche Olbia prende parte alla lotta contro la violenza di genere ed è la prima città in Sardegna ad aderire a “SicurezzaVera”, il protocollo sottoscritto da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Polizia di Stato. L’iniziativa punta a coinvolgere pubblici esercizi, bar, ristoranti e discoteche che diventano presidi di legalità in aiuto delle donne. Il progetto è stato presentata alla stampa questa mattina, presso la sede della Confcommercio di Olbia.
Presenti per l’occasione, Valentina Picca Bianchi, presidentessa di Fipe, il dirigente della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato della questura di Sassari, Mario Carta, la presidentessa dell’associazione Prospettiva Donna, Patrizia Desole, l’assessora ai Servizi Sociali, Simonetta Lai, e l’assessora della Pubblica Istruzione, Sabrina Serra. L’incontro è stato moderato dalla presidentessa della Confcommercio di Olbia, Gavina Braccu.
“Ogni donna è vera quando si sente sicura” recita lo slogan scelto per l’iniziativa. Attraverso #SicurezzaVera si potrà sviluppare il concetto di “fare rete” e i pubblici esercizi di tutta Italia diventeranno teatro di incontri e sensibilizzazione per contrastare discriminazione e violenza contro le donne.
“Sono onorata di rappresentare tutte le donne – ha dichiarato Valentina Picca Bianchi -. Abbiamo raccolto testimonianze di vita e la Fipe crede molto in questo protocollo. Ognuno potrà dare i suoi suggerimenti e si farà formazione per comprendere come intervenire. Abbiamo pensato di presentare il progetto prima di tutto in 20 città medio-piccole, come Olbia, per riuscire a capire quali informazioni può darci un territorio per continuare a scrivere il protocollo. Questa città è stata scelta grazie alla caparbietà e alla testardaggine di Gavina Braccu. Si tratta di un fenomeno distribuito in tutto il Paese – ha continuato Picca Bianchi -, non più marcato al sud o al nord. L’invito, dunque, è quello a lavorare sulla prevenzione”.
La campagna antiviolenza a firma di Fipe e Polizia di Stato ha come protagonista Vera che può essere identificata come un’amica, una conoscente, una sconosciuta. “Vera è un racconto, è il tuo racconto, la tua storia che si fa corale a testimonianza che ogni donna è Vera” si legge nella brochure del protocollo d’intesa, siglato lo scorso 28 aprile.
“La violenza di genere – ha spiegato Carta – si verifica quando una persona si trova in una condizione di inferiorità, come quella fisica o economica. In genere si tratta di donne economicamente dipendenti dal ‘capo famiglia’. Negli ultimi due anni abbiamo registrato 19 ammonimenti e 35 sono state le istanze presentate. Tra gli aspetti che danno luogo all’ammonimento c’è, appunto, il ricatto economico. Spesso, attraverso la notifica dell’avvio al procedimento al maltrattante, quando cioè viene aperto il procedimento amministrativo, la persona riduce le sue condotte. Dalle 35 pratiche avviate, infatti, siamo scesi a 4.
Non abbiamo la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi – ha proseguito il dirigente della Divisione Anticrimine – ma si tratta di un istituto che io raccomando, anche ad esempio a chi ha un’amica in questa situazione”.
Secondo l’assessora ai Servizi Sociali, Simonetta Lai, per arginare il fenomeno e riuscire dunque a “fare rete” è necessario coinvolgere non solo scuola, famiglia, chiesa e palestra ma anche i medici. “Il mio assessorato – ha detto la Lai – mi porta spesso ad avere contatti con persone che non ti dicono le cose direttamente ma che comunicano attraverso lo sguardo ed il comportamento. I medici a volte sono gli unici in grado di vedere lividi nascosti o di curare depressioni legate ad contesto familiare che spesso si tramanda da generazioni”.
Per l’assessora della Pubblica Istruzione, Sabrina Serra, occorre partire dai più piccoli. “Abbiamo un grande compito: educare i nostri bambini per crescere persone consapevoli. Siamo contenti che Olbia sia protagonista di questo importante progetto per portare la nostra città ad essere sempre più sicura. In una meta poco sicura, infatti, non è interessante nemmeno trascorrere le proprie vacanze”.
Patrizia Desole, presidentessa di Prospettiva Donna ed impegnata quotidianamente sul campo per combattere la violenza di genere, si è detta orgogliosa dell’iniziativa. “Olbia è stata innovativa. Noi dobbiamo fare un cambiamento radicale e non anestetizzare il problema: dobbiamo cambiare paradigma. Quest’anno le donne che sono entrate nella nostra casa rifugio sono 31”. La Desole ha sottolineato quanto sia indispensabile proteggere le donne attraverso una seria ed attenta valutazione del rischio. “Spero parteciperete alla stesura del protocollo a cui stiamo lavorando contro la violenza economica – ha detto rivolgendosi ai relatori – Si tratta di un tipo di violenza che costringe le donne a stare a casa perché non hanno i mezzi economici. Ogni anno, dalle 200 alle 300 donne in pericolo di vita arrivano nel nostro centro antiviolenza e occorre parlare non solo di tutte le donne che vengono purtroppo uccise ma anche di tutte quelle che abbiamo aiutato a scampare il pericolo”.
Presenti alla conferenza anche l’assessore del Commercio, Vanni Sanna, l’assessora della Polizia Locale, Elena Casu, l’assessora dei Lavori Pubblici, Antonella Sciola, il direttore di Confcommercio, Nino Seu, e il professor Gavino Sanna in rappresentanza di 12 istituti alberghieri che fanno parte della rete nazionale aderente al progetto.
“Se danneggia le tue cose, se ti ricatta, se ti isola, se pretende amore o sesso quando tu non vuoi, se ti intimidisce, se ti fa del mal fisico, se ti spinge e schiaffeggia, se ti chiude in una stanza, se ti offende, se ti umilia, se minaccia te o i tuoi figli, se ti chiede ‘l’ultimo appuntamento’, se ti prende a calci, ti tira i pugni e ti strappa i capelli, se ti telefona di continuo per insultarti, se minaccia la tua libertà anche economica questo non è amore” (Polizia di Stato, 2018).