OLBIA. Anche se sarà difficile scrollarsi l’appellativo di “palazzaccio”, l’Urbe a 45 anni dalla nascita si riprende dignità e rispetto grazie ai lavori di restyling che hanno riguardato fondamentalmente le facciate. Le pareti esterne “Alucobond”, che attenuano visivamente l’impatto riflettono colori diversi a seconda della luce. Il lavoro della ditta Campesi è quasi terminato. Manca soltanto il rifacimento degli ingressi al palazzo compresa la grande scala d’accesso che si affaccia su via Genova.
Sicuramente, oltre agli elementi di sicurezza e di risparmio energetico, l’aspetto del palazzaccio è nettamente migliorato. In 13 mesi è scomparso il bianco accecante e, di conseguenza, la continuità delle pareti che passa dal crema al marrone, ha reso più morbido il look generale.
Peccato per l’evidente ritardo della seconda torre che, almeno inizialmente, avrebbe dovuto seguire, passo passo, i lavori della prima. Si tratta, però, di edifici amministrati da persone diverse. Per questo motivo sembrerebbe che il Comune sia già intervenuto per sollecitare l’apertura del cantiere per questioni di sicurezza.
Un po’ come è successo per il vicino palazzo Bellavista che dopo l’intervento a denti stretti dell’amministrazione i proprietari hanno autorizzato il ponteggio per consentire la ristrutturazione esterna.
Si vedrà. Il rischio per i condomini è quello che un provvedimento con intervento diretto del Comune costerebbe ai proprietari tariffe piene con tanti saluti all’ecobonus governativo. La cifra non è certo piccola. Si parla di circa 1 milione e mezzo di euro.