★VIDEO★ OLBIA. Nove anni fa, il 18 novembre del 2013, Olbia fu colpita da una delle tragedie più grandi della sua storia. Il passaggio del ciclone Cleopatra colse la città completamente impreparata: nel centro abitato morirono Francesco Mazzoccu e il figlio Enrico, Patrizia Corona e la figlia Morgana Giagoni, Maria Massa e Anna Ragnedda.
Sulla strada di Monte Pino persero la vita Bruno Fiore, sua moglie Sebastiana Brundu e la consuocera Maria Loriga. L’auto sulla quale viaggiavano precipitò in una infernale voragine di fango e acqua.
Da quel drammatico giorno, incancellabile dalla nostra memoria, sono passati 9 anni e la provinciale 38 bis, più conosciuta come la strada di Monte Pino, è ancora chiusa. Per quasi cinque anni restò cristallizzata nel momento della tragedia. Poi qualcosa cominciò a muoversi ma al contrario. La data della riapertura al traffico venne cancellata subito dopo il primo appalto vinto e abbandonato dalla IMP Costruzioni Generali.
Il resto della travagliata storia dell’opera simbolo delle incompiute all’italiana è segnata da sequestri, cedimenti, dissequestri e demolizioni per ripartire dal via, come a Monòpoli, con una nuova azienda, la Italiana Costruzioni Infrastrutture che si aggiudica per circa 5,2 milioni di euro il secondo appalto dell’ANAS.
La musica cambia. I cantieri, dopo una partenza lenta a causa delle difficoltà di reperimento dei materiali, sembrano andare per il verso giusto. I tempi della consegna saranno più lunghi del previsto ma rispetto ai primi 7 anni caratterizzati dal nulla e dal peggio, saranno poca cosa.
Ora però si sta per aprire una fase delicata. Da una parte c’è un’azienda (la Italiana Costruzioni) che si sta occupando della realizzazione, per conto di ANAS, delle opere “pesanti” con enormi scatolari in cemento armato disposti longitudinalmente lungo il tracciato in dislivello per consentire il passaggio agevole dell’acqua in arrivo dalla montagna.
Dall’altra parte c’è la Provincia di Sassari che dovrà occuparsi delle opere “leggere”: il manto stradale, le barriere d’acciaio e la tracciatura. In questa fase sono 5 le aziende che hanno partecipato alla gara d’appalto per l’assegnazione della progettazione e della direzione dei lavori (circa 6 milioni di euro).
Al momento, però, e questa è un’incognita che andrà risolta quanto prima, non è dato sapere chi tra le due parti, Anas e Provincia, avrà la responsabilità del collaudo finale. L’azienda che vincerà la gara della Provincia, infatti, potrà subentrare nella fase operativa solo quando Anas certificherà la fine lavori della Italiana Costruzioni.
Ottimisticamente, dunque, ci vorrà ancora almeno un anno anche se nessuno lo vuol dire apertamente. E un anno da ora non sarebbe tanto male visti i precedenti. Si vedrà.
Per sintetizzare la storia della strada di Monte Pino abbiamo realizzato un filmato intitolato “Monte Pino strada infinita” che racconta in grafica la linea temporale di quanto “poco” è successo in questi lunghi 9 anni. Di seguito il video: