Tre anni di silenziosa sopportazione sono diventati un grido di rabbia. A Olbia, in zona via Redipuglia, la quiete notturna ha ceduto il passo al caos e i residenti non intendono più subire. Il malcontento ruota attorno all’ormai noto “palazzo a colori” di via Redipuglia, nel cui attico risuona l’epicentro delle notti senza tregua che da anni tormentano poco meno di un centinaio di famiglie.
“Le promesse, tutte disattese, non ci bastano più – dicono dal quartiere Sa Rughe, in particolare da via Nuoro, via San Francesco e zone limitrofe -. Sabato prossimo scenderemo in strada e chiameremo le forze di Polizia per un’azione di protesta che sfocerà in denuncia formale. Se necessario, siamo disposti ad andare in tribunale per difendere i nostri diritti”.
Quanto succede si ripete puntualmente ogni fine settimana: “Musica a palla per ore, ben oltre il termine consentito dall’ordinanza sindacale, gente che scende in strada, tra questa parecchi ubriachi che urlano e litigano nel cuore della notte, persone che orinano nei pianerottoli delle case – raccontano i residenti –. Insomma, ogni volta viviamo un dramma che manda in tilt il nostro sistema nervoso”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo weekend di disagi, culminato in una raccolta firme già abbozzata che sarà completata entro sabato, per chiedere l’intervento delle autorità. “Ci sta bene che esistano locali che si allineino alla vocazione turistica della città ma quando è troppo è troppo e il troppo stroppia”.
Il presidio di protesta è annunciato, dunque, per sabato prossimo. Il quartiere promette fermezza nel segno della legalità ma, come detto, non esclude vie giudiziarie. Un fronte compatto, quello dei cittadini, deciso a mostrare il diritto di poter vivere nell’altra faccia della movida olbiese.