
I sindacati uniti (Filt-Cgil, Filt-Cisl, Uiltrasporti e Ugl-TA) lanciano un ulteriore grido di allarme sulla situazione della vertenza Air Italy. La base di Olbia, che conta circa 500 dipendenti, è giunta al fermo operativo in conseguenza della chiusura temporanea dell’Aeroporto. Sul “vettore olbiese” si staglia poi una fortissima incertezza sul riavvio delle operazioni a causa della scadenza il 16 aprile della Continuità Territoriale verso la quale Air Italy non sembra esprimere interesse.
“Le proprietà Qatar Airways e AKFED – si legge nella nota unitaria – non hanno mai incaricato una figura di vertice ad avviare concrete e prolifiche relazioni industriali, volte a ‘costruire soluzioni’ con le Organizzazioni Sindacali. Defenestrato il presidente e AD Rigotti è subentrato prima Neil Mills, a seguire Francesco Violante, sostituito anch’egli a novembre 2019 da Roberto Spada. Il COO Rossen Dimitrov risulta non ricoprire più di fatto il proprio incarico. Nessuno dei dirigenti succedutisi citati ha mai ottemperato alla necessità di confronto invocata dalle OO.SS.”
La situazione tratteggiata dai sindacati è grave: “Ci risulta – continua il documento – che tutti i programmi e le iniziative commerciali siano state sospese o in fase di dismissione e dai vari CDA succedutisi in questi mesi non viene resa disponibile alcuna informazione sullo stato generale della compagnia e sulle decisioni incombenti. Lo stato del conto economico è invece noto ed è fortemente in negativo”.
L’azienda è quindi latitante, non comunica con le istituzioni, le parti sociali e i Lavoratori, si prefigura sempre più realistica l’ipotesi dell’uscita di uno degli attuali investitori e preoccupa ulteriormente il sussistere di tutta una serie di inequivocabili situazioni patologiche. Quanto segue ci induce a ritenere che sia imminente un drammatico collasso dell’insieme organizzativo”.
L’attività trasferita in wet-lease ad altri operatori, in seguito al fermo di tre Boing 737 MAX, tarda ad essere riassorbita e il numero degli aeroplani disponibili si riduce sempre di più. Il personale navigante opera con un contratto scaduto da sei mesi e gli effetti della costante riduzione di attività si riflettono in modo negativo sui salari.
“La nostra speranza – prosegue la nota – è che il quadro che raffiguriamo non si trasformi in un ennesimo disastro annunciato, ma le ultime notizie circa un’ulteriore riduzione della flotta suscitano, per tutti i motivi sopra riportati, il timore che si verifichi un’eventuale uscita della Fondazione AKFED dalla Compagnia”.
I sindacati chiedono quindi agli Enti Istituzionali che vengano messe in pratica tutte le azioni indispensabili per fare chiarezza sulle condizioni dell’azienda e che si dia avvio a tutte le soluzioni necessarie per rilanciare Air Italy. “Siamo certi che anche i lavoratori – conclude la note sindacale — saranno pronti a far la loro parte”.