
“Egregio Direttore, vorremmo commentare l’articolo pubblicato in data 22 Febbraio sul vostro giornale online, dal titolo “Tassa di soggiorno…… Albergatori latitanti” partendo dall’assunto che l’aggettivo “latitante” abbia principalmente due accezioni del termine:
1. Che si sottrae volontariamente all’esecuzione di un mandato o di un ordine di cattura, di arresto o di carcerazione.
2. Inspiegabilmente assente o inoperante.
Sperando non sia riferito al primo punto, troviamo quantomeno singolare (per non affermare che si tratti di un’illazione offensiva e di pessimo gusto) l’attribuzione di questo aggettivo alla nostra categoria, da anni sin troppo ben identificabile sia giuridicamente che fiscalmente e per questo bersaglio facile.
Ricordiamo all’Amministrazione che più volte, in più occasioni e in diverse sedi, abbiamo rappresentato il dato sull’esigua e pressoché nulla presenza di clienti nelle nostre strutture durante i quattro mesi invernali (novembre, dicembre, gennaio, febbraio). Quelle poche decine di persone che si recano in città, lo ripetiamo ancora una volta, lo fanno per lavoro e sono corregionali. Inoltre, in questo periodo, la stragrande maggioranza degli hotel sono chiusi e ne hanno ben donde.
Quei pochi coraggiosi che sono rimasti aperti lo potrebbero confermare.
Pertanto, se la matematica non è un’opinione, la nostra stima di un incasso pari a circa 40 mila euro relativamente ai quattro mesi in oggetto, è praticamente perfetta dal momento che l’Amministrazione asserisce di aver incassato all’incirca 18 mila euro in un bimestre.
Per noi questo dato non rappresenta una sorpresa ma la conferma di quanto ampiamente annunciato. Proprio in virtù di questo misero risultato tentammo di scoraggiare l’amministrazione dall’applicazione del balzello nel periodo invernale. Ben sapendo che avrebbe rappresentato solo malcontento da parte dei lavoratori in trasferta a fronte dell’esiguo risultato che avrebbe raggiunto. Con buona pace delle case affittate esentasse che continuano serenamente la loro attività online ed offline.
Bisogna distinguere chi rispetta le regole da chi non le rispetta. Ricordando che gli albergatori, ogni notte, inviano i dati di tutti gli ospiti alle questure. Ogni omissione sarebbe stupida e facilmente rilevabile. Dati facilmente reperibili ed incrociabili con i versamenti del balzello e strutture in attività.
Chi viola le leggi deve essere sanzionato, sia esso proprietario di un Hotel, di un B&B o di un affittacamere; chi invece svolge il proprio lavoro con sacrificio, serietà e rispetto delle regole, dovrebbe anzi deve essere trattato in maniera differente.”
Cordialmente
Federalberghi Gallura
Associazione Albergatori Olbia
Risposta del direttore:
Ci sorprende la vostra reazione al termine “latitante”, scritto tra virgolette non solo nel titolo ma anche nel corpo del testo. E’ chiaro che, visto il contenuto del pezzo il termine era riferito al significato “assente”. La deduzione riferita al significato n.1 è tutta vostra, e anche, se permettete, un po’ faziosa.
A parte questo aspetto, del tutto inconsistente, non compare alcuna replica al fatto che gli hotel regolarmente iscritti, come riportato nell’articolo, sarebbero “…meno di 20 tra 4 stelle e 3 stelle”. Anzi, visto che ci siamo le comunico che mi risulta siano esattamente 18. Questo è l’aspetto principale dell’articolo. Per questo motivo abbiamo scritto “latitanti” (assenti, inoperanti). Ma, a smentita di questo dato, non c’è traccia nella vostra mail. Allora, visto che vogliamo fare chiarezza e sgombrare il campo da ambiguità, vi chiedo:
- Quanti sono gli albergatori che fanno parte dell’Associazione Albergatori Olbia?
- Quanti di questi non sono ancora iscritti alle liste del comune in linea con la Tassa di Soggiorno?
- Quanti sono gli hotel non rappresentati dall’Associazione Albergatori Olbia.
Le risposte sono importanti perché, se per caso vi fosse sfuggito, nell’articolo non si parla di Associazione Albergatori di Olbia, ma di albergatori in genere. Restiamo in attesa delle vostre risposte.
Mauro Orrù, Olbianova