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Olbianova

Primo giornale di news a Olbia

Sorride solo Berlusconi, piangono i suoi “concittadini” di Olbia

Tre gol e una traversa per il Monza. Nuovo spartito, stessa musica

1 Dicembre 2019 ore 20:20 di Augusto Ditel   



Un mio vecchio direttore amava ripetere: “E’ cambiato lo spartito, ma la musica è sempre la stessa”. Sarà banale, ma Olbia-Monza, al di là di tutte le altre considerazioni tecniche e del valore dei lombardi del patron Berlusconi, dal punto di vista della squadra bianca, può essere sintetizzata in questo modo.

La “scossa”, temuta persino da Christian Brocchi, tecnico dei brianzoli, che si riferiva al cambio dell’allenatore in casa gallurese, non solo  non c’è stata, ma per certi versi la situazione generale potrebbe essere ancora più preoccupante del previsto. Una traversa e tre gol, di cui due su calcio piazzato, un tallone d’Achille al quale non si è ancora posto rimedio.

Il problema esisteva con Filippi (e lui non ha saputo trovare le contromisure) e si è riproposto con drammaticità anche contro un Monza illuminato da Chirico (un trequartista con le palle, che sa anche segnare su azione, come ha dimostrato nel gol dell’1-0: destro al volo, su cross da sinistra dell’ottimo Anastasio).

A sorridere, oltre ai tifosi lombardi, il cittadino onorario di Olbia Silvio Berlusconi che, accompagnato dal fido Adriano Galliani, ha assistito al match in tribuna centrale (freddino il saluto del presidente Marino, duramente attaccato dai tifosi della Curvamare). Poi, si è fatto un migliaio di selfie e ha salutato i suoi ragazzi negli spogliato, con un codazzo di politici locali (non c’era il sindaco Nizzi, che però lo aveva visto di mattina) che al “Nespoli” non vengono mai.

Tutti sanno che non era questa contro il rullo compressore del campionato ls partita da vincere, per cui la sconfitta era stata messa nel conto. Occorreva invece verificare quale potesse essere la reazione della una squadra sul piano della “cattiveria e della corsa”, secondo i dettami del nuovo tecnico Oscar Brevi.

“Io sono qui da cinque giorni – ha osservato il mister – e, non essendo attrezzato per i miracoli, ho tentato di inculcare ai ragazzi questi due concetti semplici, in particolare quello di essere un po’ più ‘cattivi e determinati’. Accanto a questo aspetto che anche con il Monza è mancato, avrei voluto vedere una maggior capacità di reazione nella seconda parte della gara, dopo aver assistito a un primo tempo abbastanza buono”.

Ecco, Brevi dovrà lavorare sul piano psicologico, ma nella sua analisi c’è stato anche un preciso riferimento a quello fisico. “Io – ha osservato – non so cosa fosse e come fosse l’Olbia prima del mio arrivo, ma la mia esperienza nel mondo del calcio mi insegna che quando tu affronti un avversario molto più forte di te (e il Monza lo è senz’altro), devi cercare di correre se non più di lui, almeno quanto lui.

Ebbene, noi non siamo stati capaci di farlo, così come è emersa la nostra fragilità difensiva: i gol subiti lo dimostrano”. Analisi realistica, se vogliamo anche un por impietosa, quella del tecnico. Di positivo c’è che almeno si sa da dove partire per curare questo malato grave. Avvidecci.


Sul gradino più alto del podio, mettiamo Oscar Brevi. Non lo conosciamo ancora, ma ci sembra una persona perbene, che – secondo alcune fonti molto autorevoli – il presidente Alessandro Marino avrebbe voluto portare a Olbia al posto di Michele Filippi molto prima del suo arrivo che risale a una settimana fa. Senza giri di parole, il tecnico ha spiegato la sua ricetta per uscire da questo pericoloso tunnel che porta dritti in serie D. “Correre di più, ed essere più aggressivi”. E’ la scoperta dell’acqua calda, obietterà qualcuno. Mah, a me sembra un’analisi improntato al buonsenso, prima che alle alchimie tattiche, o alle mutazioni del sistema di gioco. A precisa domanda del sottoscritto del perché il 3-5-2 al posto del tanto inflazionato 4-3-1-2, Brevi ha risposto: “Non è questione di tattica, ma di testa”. Ha ragione, e l’affermarlo a voce alta è un valore aggiunto.


Ormai non esistono più dubbi: l’Olbia è molto più debole dell’anno scorso. Non c’è bisogno di essere dei geni per valutarlo, anche con tristezza. Il numero 1 della società, di recente, lo ha ammesso, sottolineando però che non c’è stato alcun “braccino corto” nella fissazione e nella spendita del budget rispetto alla stagione precedente. Non siamo in grado di confutare la tesi del presidente, ma oggettivamente va ricordato che l’anno scorso indossavano la maglia bianca un certo Ragatzu (a parte le doti tecniche luir era un autentico leader, e oggi, di leader non si vede nemmeno l’ombra), Ceter, Bellodi, e Cotali. Si fa fatica a individuare i loro eredi, quest’anno. Dunque, campagna acquisti con tante falle, all’origine di questo campionato da incubo.


L’OLBIA IN CIFRE

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