
Avrebbe compiuto 93 anni a dicembre Nardino Degortes Pinzellu ma il suo cuore ha smesso di battere questa mattina all’alba. Si è spento nella sua casa di via Redipuglia (ora via della Resistenza) confortato dai tre figli, Tore, Luciana e Paolo e i sui sette nipoti che gli hanno regalato la gioia di 4 pronipoti.
Nardino Pinzellu ha trascorso una vita attiva e ha rappresentato per la città di Olbia una autentica bandiera. Impossibile sintetizzarla in poche righe.
Imbarcato da giovane aveva girato il mondo fino a quando, a 30 anni, mentre si trovava in Australia, gli venne diagnosticato un tumore alla gola. Rientrato a Olbia si era fatto operare a Genova. Raccontava a tutti che gli avevano dato 6 mesi di vita e, scherzosamente, fino a pochi anni fa, diceva che era abbondantemente sopravvissuto a chi lo aveva operato!
Quella operazione che aveva compromesso la sua voce, è stato lo spartiacque della sua vita. Aveva fatto una promessa: “Salvami la vita ogni anno andrò a piedi a San Paolo di Monti”. Un voto a cui zio Nardino non è mai venuto meno. Il primo pellegrinaggio è datato 1954. Appena un anno dopo l’intervento. In breve tempo il suo atto di devozione personale ha contagiato migliaia di persone fino a far diventare il pellegrinaggio a piedi per San Paolo di Monti una autentica tradizione di tutta la città.
Fino a due anni fa non è mai mancato all’appuntamento (Ai primi di settembre si è tenuta la 62a edizione). Anche se non poteva più affrontare il cammino voleva essere lui a dare il via al Ponte di Ferro con la sua fedele campanella.
Ma zio Nardino non era solo cuore e devozione. La sua immensa umanità, accompagnata da un buon umore contagioso, rappresentava la vera anima popolare della città. Gli olbiesi, anche tra i giovani, ricorderanno per sempre le sue straordinarie mascherate per il carnevale di cui è stato animatore assoluto fin dagli anni “60.
La sua forza d’animo lo ha spinto a partecipare fino a pochi anni fa. Fu capace di realizzare un grande striscione che avvolse la sua casa con la scritta “Viva il Carnevale”. Poi, la vita gli portò via sua moglie, Ottavia Zuddas e da quell’anno, nel 2006, chiuse definitamente con le maschere e le sfilate
Zio Nardino era fatto così. Un uomo meraviglioso capace di aggregare, contagiare, ammaliare chiunque gli stesse vicino. Ha amato profondamente questa città e la comunità olbiese lo ha ripagato con lo stesso amore. Con zio Nardino si chiude l’epoca di una città che non esiste più.
I funerali di Nardino Degortes si svolgeranno nella chiesa di San Paolo di Olbia domani 22 settembre alle ore 17:00