
Era solo questione di pochi giorni. Dopo quella del Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II, sono scomparse anche le tende dall’ospedale vecchio di Olbia. Poco importa, evidentemente, se l’utenza, in salute o pazienti con necessità impellenti, è costretta ad attendere il proprio turno all’aperto. L’unica speranza per chi ha bisogno di rivolgersi al San Giovanni di Dio è che la primavera arrivi presto.
L’immagine desolata di un uomo seduto all’aperto in attesa di essere chiamato dai vigilanti, dove fino a un paio di giorni fa c’era un gazebo di protezione dal freddo e dalla pioggia, parla più di un articolo intero.
E IL GAZEBO NON C’È PIÙ. Restano le seggiole accatastate insieme ai banchi, un cestino per i rifiuti, un nastro separatore con l’indicazione del numero del Cup. Sui tavoli ci sono ancora i cartelli che raccomandato le distanze e le varie avvertenze anti contagio alle quali oramai siamo abituati.
Nella parte retrostante dell’ospedale stessa cosa ma senza sedie e scrivanie. Davanti all’ingresso di diabetologia, neuropsichiatria infantile e dove si effettuano le vaccinazioni, la gente attende il turno sparsa nel cortile. E come se non bastassero i disagi di un’attesa paziente all’aperto e senza alcun appoggio, si aggiunge anche la fila continua di automobili con l’utenza chiamata a fare il tampone. Con tanti saluti al diritto alla privacy.
Mentre le tende anti-covid, almeno quelle, restano al proprio posto, i gazebo per l’utenza “normale” sono stati smontati. Il contratto di noleggio, probabilmente ritenuto troppo costoso, è scaduto il 31 dicembre e, dunque, si deve perfino ringraziare la ditta proprietaria che li ha lasciati piazzati quasi due mesi in più. “Non ci resta che sperare nel bel tempo – commenta ironicamente una signora in attesa -. Meno male che la primavera è vicina!”