
Gentile sig. Orrù, a seguito della lettura dei due articoli (?!?) relativi ad un presunto “usurpatore” di diritti pubblici mi preme risponderLe al fine di garantire una corretta ed imparziale informazione che, mi spiace sottolineare, non ha caratterizzato quanto da Lei divulgato.
Premettendo che scrivo a titolo personale ed assolutamente non a nome di terzi soggetti, sono rimasto alquanto colpito dalla solerzia e dalla limitata “prospettiva” con la quale ha rivolto una siffatta domanda ai suoi lettori: “A chi appartiene il molo Bosazza?”. In effetti, ad un attento osservatore, la risposta sarebbe subito balzata agli occhi: “a nessuno”.
Come d’altronde definire lo stato di abbandono, la sporcizia, gli escrementi, le decine di bottiglie di alcolici e/o di plastica, le siringhe, i liquami dei campers, i danneggiamenti alle imbarcazioni, i furti, il campeggio abusivo, la totale mancanza di intervento da parte della De Vizia, l’erba incolta, i cespugli…che caratterizzano questa storica banchina in totale indifferenza dei pubblici uffici e/o degli organi di informazione?O, se tale risposta fosse parsa scomoda, sarebbe bastato girare un poco più la testa per notare a pochi metri da quello incriminato la presenza di altri tre o quattro cartelli di dimensioni ragguardevoli, alcuni posti su palo a m. 1,80 di altezza, altri affissi al new jersey, un altro direttamente alla banchina lato mare, un altro ancora all’ingresso lato strada, tutti riportanti il nome del “presunto usurpatore”, ossia uno storico circolo diportisti ACLI, titolare di regolare concessione, composto da piccoli proprietari di piccole e medie imbarcazioni, pensionati e pescatori, gente semplice e laboriosa, nessun ricco o privilegiato, gente che vive di una sana passione per il mare, contribuisce ad organizzare eventi storici Olbiesi come la remata de Sos Carreras o corsi di vela per ragazzi, senza alcuno scopo di lucro (ONLUS) ma dividendosi i costi della concessione e della manutenzione dell’area, provvedendo, anche personalmente, a rimuovere quintali di rifiuti ed escrementi ogni anno, a tagliare l’erba, a rendere e mantenere le banchine pulite e curate, lottando contro l’inciviltà e la barbarie di chi utilizza il molo Bosazza come wc pubblico e/o come luogo di scorribanda.
Ecco, il “presunto usurpatore” di pubblici diritti non poteva essere che quello, uno dei tanti modesti amanti del mare e della civiltà che, ormeggiando nell’area in concessione del Circolo, dopo aver provveduto a ripulire decine di metri di banchina con le proprie mani di fronte all’indifferenza dei molti, ivi compresi organi di stampa e addetti alla pubblica decenza, in pieno Agosto ed in attesa della stampa dei cartelli definitivi, ha utilizzato un’indicazione standard reperibile in qualsiasi negozio di ferramenta per delimitare l’area in concessione che, al contrario di quanto da Lei sostenuto, NON è “di fatto interdetta”, bensì semplicemente indicata mediante cime nautiche ed accessibile da qualsiasi lato per scoraggiare i veri “usurpatori di pubblici diritti”, ossia coloro che NON rispettano la proprietà pubblica perché la ritengono erroneamente “proprietà di nessuno”.
A seguito dell’intervento da Lei stimolato con dovuta “solerzia”, il cartello erroneo di diritto ma non di fatto, è stato rimosso e, cosa alquanto stupefacente, dopo neanche cinque minuti dalla rimozione veniva pubblicato il secondo articolo sul tema! Non è però stato dato alcun risalto ai cartelli di concessione presenti ne, tantomeno, al cumulo di sacchi neri di spazzatura ammucchiati a pochi metri…
Il risultato è stata una sanzione di migliaia di euro per il Circolo ACLI (?!?), per quelle stesse persone che curano l’area in totale volontariato ed assenza di compensi…
Gradirei in futuro, come cittadino e come “ramazzatore volontario e pulitore di escrementi”, che prestasse la stessa solerzia e deontologia professionale nell’evidenziare l’inciviltà altrui, le mancanze e le deficienze dei pubblici servizi e, non di meno, tentasse di garantire una maggiore imparzialità nella costruzione dei Suoi articoli. Certo di una Sua comprensione in tal senso, Le auguro un buon lavoro.
Dr. Alessio Amori
Ps: spero vivamente che rispettiate il diritto di replica e provvediate a pubblicare quanto ivi contenuto. Cordiali saluti
Sig. Amori, ritengo che la sua accorata lettera contro Olbianova e il sottoscritto autore degli articoli redatti in totale autonomia e in assoluta libertà, sia mossa da un furore legato all’avviso di sanzione che dice di aver ricevuto. A questo punto mi costringe ad uscire dalla cronaca e darle una opinione del tutto personale. Per quanto possa sembrare impopolare la mia posizione sono convinto che la contravvenzione sia assolutamente giusta.
Ritengo, infatti, che nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di piazzare cartelli di proprietà privata con tanta faciloneria e soprattutto senza alcun titolo. Tanto meno vicino al mare. E, purtroppo, tanti se ne vedono. Per fortuna a volte le cose prendono la piega della giustizia e della correttezza. Oltretutto ritengo che il nobile circolo Acli, costituito da consociati di tutto rispetto che svolge un importante ruolo in città, c’entri assai poco nella vicenda.
Semmai, fossi in lei, da presiedente, anziché prendermela con il giornalista che ha esclusivamente portato alla luce l’abuso, accerterei la responsabilità di colui che ha piazzato con le proprie mani i cartelli non solo di Proprietà privata ma anche di Divieto di sosta. La sanzione dovrebbe pagarla chi ha commesso il clamoroso errore di definire “proprietà privata” un tratto di suolo pubblico. Ma il presidente è lei e come prima mossa ha scelto di attaccare un giornale che fa il suo dovere. In chiusura le faccio notare che la parola “usurpatore” l’ha usata lei e non io.
Mauro Orrù
direttore di Olbianova