
Un altro capitombolo per l’Olbia. Il quinto di una stagione che si preannuncia complicata, nonostante tutte le buone intenzioni del suo tenace condottiero, quel Michele Filippi che – solo alla vigilia del match contro la Pistoiese – sosteneva che la sua squadra era chiamata a fornire “la migliore gara di questo avvio di torneo”.
Pia illusione, quella del tecnico, chiamato ancora una volta a sottolineare (come ha fatto oggi a fine partita) che, tutto sommato, l’Olbia ha tenuto in pugno il match, salvo elargire un regalino ai toscani poco prima del fischio finale. E’ encomiabile lo spirito di Filippi che insiste nel rimarcare che “nessuno ha mai preso a pallonate l’Olbia”, anche quando è capitato di soccombere in casa per tre a zero, a beneficio dell’Alessandria.
L’analisi del tecnico sarà anche veritiera, ma nel calcio – come nella vita del resto – i risultati contano molto, eccome se contano. E alla fine della fiera, le cinque sconfitte pesano come macigni sulle spalle dei bianchi, così come pesano i diciassette gol subiti in appena otto gare.
L’Olbia ha perso per dabbenaggine, e i tifosi della Pistoiese devono inviare un gigantesco mazzo di rose al club olbiese, se si pensa che la vittoria non solo è stata la prima della stagione (e i toscani potrebbero brindare solo per questo motivo), ma ha riportato indietro la memoria al 9 marzo scorso, l’ultima volta che la Pistoiese raccolse tre punti contro il Cuneo. Da quel giorno, nulla, il resto di nulla: la vittoria è rimasta a lungo una chimera.
Pistoiese risorta grazie all’Olbia, dunque, e nessuna certezza che la formazione gallurese possa risollevarsi in fretta da questo periodo nero. La successione dei gol la dice lunga sull’organico schierato da Filippi. Gozzi, l’esperto Gozzi, ha commesso il fallo da rigore con cui la Pistoiese si è portata in vantaggio (gol di Falcone).
Il pari firmato da Lella (prima rete con l’Olbia) poco prima della fine del primo tempo, poi, ha fatto ipotizzare un ritorno a casa con il sorriso, visto che la gara era apparsa in equilibrio. Poi, il gol decisivo di Stijepovic a un quarto d’ora dal termine, ha messo a nudo i limiti soprattutto psicologici dell’Olbia, che troppo spesso si rivela fragile nella convinzione di potercela fare, anche quando la partita si mette male.
C’è tanto lavoro da fare, dunque, e che nessuno pensi di nascondere la testa sotto la sabbia.
Ancora una volta, chi batte l’Olbia non la umilia sul piano del gioco, I ragazzi di Filippi hanno tenuto botta, “rischiando” anche di passare con Pennington. Il rigore causato da Gozzi (l’ultimo acquisto) avrebbe potuto spezzare le gambe all’Olbia, ma Lella ha rimesso tutto a posto. Però, al bel gioco, bisogna abbinare anche i risultati.
E’ un problema di testa, quello dell’Olbia. Ancora una volta, a risultato quasi acquisito, è arrivata la tegola della sconfitta sottoforma di calo di concentrazione. Una palla persa, uno sbandamento, ed ecco la rete decisiva. Un film già visto, una trama scontata. E intanto cala la speranza di assistere a un’inversione di rotta.
OLBIA IN CIFRE
PUNTI | POSIZIONE | PARTITE | VINTE | PERSE | GOL FATTI | GOL SUBITI | DIFF. GOL |
---|---|---|---|---|---|---|---|
7 | 17/20 | 8 | 2 | 5 | 10 | 17 | -7 |