
Finiti i tempi in cui il logo di partito rappresentava l’intoccabile sacralità dell’unità nazionale, da diversi anni a questa parte le segreterie politiche tendono a personalizzare i simboli. Si tratta, nella realtà, di una riverniciata il cui intento è quello di trasmettere agli elettori con chiarezza il nome del candidato governatore.
E quindi, giunti alla scadenza del termine di questa sera alle 20:00 per la presentazione dei simboli, se da una parte il PD e il PSd’Az diventano le liste del presidente, Forza Italia, almeno nel simbolo, fa finta che Solinas (candidato del Centro Destra) non esista, visto che non gli è mai piaciuto veramente, e anziché presentare il simbolo classico, recupera il nome del sempreverde Cavaliere e si inventa un inedito “Berlusconi per la Sardegna”.
Questione di marketing più che di contenuti. Una tentazione, quella di personalizzare il logo, a cui non cede il Movimento 5 Stelle che nel tempo ha persino eliminato il nome di Grillo scegliendo di puntare a promuovere “Il Blog delle Stelle”. A proposito di stelle, in Gallura il movimento ha battuto tutti definendo il sestetto di candidati prima degli altri.
Roberto Li Gioi, Marco Bardini, Piero Lanciotti, Sonia Calvisi, Anna Maria Langiu e Angela Salis sono i candidati indicati a rappresentare la Gallura in sede regionale con Francesco Desogus candidato presidente.
Secondo gli analisti il dato di quorum che si aggira intorno ai 10 mila voti, potrebbe assicurare un seggio ad un solo candidato. Situazione prevista, ovviamente, per i partiti di maggiore consenso.
Le ipotesi (non i sondaggi) sarebbero orientati al piazzamento di un candidato “sicuro” per il M5S, per Forza Italia e per il PD sempre che Zedda tiri come la sinistra intera, compresa quella nazionale, spera.
Per piazzarne due in Gallura l’impresa appare titanica ma potrebbero venire in aiuto i quozienti su base regionale. Per fare un esempio se il partito Verde ottiene un candidato a testa nel collegio di Cagliari e Olbia, c’è la possibilità che un secondo seggio venga attribuito a uno stesso collegio ma solo se, tolto il primo quoziente, resti una cifra di voti più alta di tutti gli altri collegi dell’Isola. Ecco perché, sempre per fare un esempio, non è detto che la Gallura piazzi i sei consiglieri che le spetterebbero per la spartizione territoriale. Potrebbero essere di più o anche di meno.
Altro elemento da sfatare è la finta attribuzione alle quote rosa. Le donne, infatti, nella solita legge elettorale scritta dai maschietti, mostra estrema parità in fase candidatura ma l’elezione è tutta un’altra cosa. Il 24 febbraio conteranno solo i numeri assoluti. In pratica vince chi arriva primo che sia uomo o donna così come il secondo classificato sarà chi prende più voti. Punto e basta.
Ecco perchè ogni candidato andrà per conto suo a recuperare voti e anche se gli elettori avranno la possibilità di votare contemporaneamente un uomo e una donna saranno moltissime le schede che indicheranno un solo consigliere. Altro che parità, anche se non è detto, la composizione del Consiglio regionale sarà con buona probabilità la solita ammucchiata maschile e, vista la legge, maschilista.