
“Non si dica che si sta attuando la fase 1 del Piano Mancini, perché non è vero”. Lo dice senza mezzi termini Andrea Demuru coordinatore dello Studio D’equipe che interviene dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera sulle opere di mitigazione del rischio idraulico del territorio comunale. Secondo il professionista olbiese non è possibile demolire e ricostruire le opere incongrue, vale a dire i famigerati “tappi” che ostruiscono il fluire dell’acqua, basandosi sui calcoli previsti dallo stesso Piano Mancini, semplicemente perché sarebbero sovradimensionati.
“Sarebbe interessante sapere – sostiene Demuru carte alla mano – se i ponti da demolire e ricostruire, verranno dimensionati per consentire il passaggio, negli stessi, delle acque previste dal progetto del prof. Mancini: 527 mc al secondo. Oppure, come previsto dalle altre soluzioni in campo (Nizzi e Demuru): 297 mc al secondo”.
Quello che ha tutta l’aria di un tecnicismo per addetti ai lavori, si traduce nella realtà in una sostanziale differenza di costi. “La cosa non è di poco conto – aggiunge Demuru -, perché l’incidenza in aumento sui costi, in caso di sovradimensionamento, potrebbe raggiungere tra i 5 e i 7 milioni di euro che, forse, sarebbe meglio non sprecare. Anche perché precise indicazioni di legge, assieme al comune buonsenso, suggeriscono di dimensionare le opere sulla base della quantità effettiva di acqua che dovrà passare, non di quella prevista in un Piano (Mancini), bocciato dai cittadini appena qualche mese fa, al quale non mi pare siano rimaste molte speranze di restare in vita!”