
“Questa Amministrazione è consapevole che la pratica della cremazione garantisce la stessa identica dignità di conservazione dei resti della sepoltura e della tumulazione ed è inoltre accettata dalla nostra religione”. Lo dice il sindaco di Olbia Settimo Nizzi attraverso una nota inviata nel pomeriggio in merito alla decisione del Comune di sostenere “la scelta della cremazione per i cittadini indigenti”Secondo il primo cittadino tale scelta “è dettata dal senso civico e dalla profonda convinzione che tale pratica, ribadisco, garantisce pari dignità ai resti.
Tanto più che non è una scelta obbligata – aggiunge il Sindaco –. Se le famiglie preferiscono un’alternativa possono pagare la differenza e, qualora non potessero far fronte alla spesa e su specifica richiesta, i Servizi Sociali potranno valutare l’opportunità di un ulteriore contributo. Ogni caso viene valutato specificatamente a seconda delle necessità ed esigenze del singolo cittadino, come siamo abituati a fare, specie quando si tratta di temi tanto delicati”.
Secondo quanto si legge nella nota – le cremazioni sono aumentate in modo considerevole in tutta Italia negli ultimi 15 anni. Il Veneto è una delle regioni con il più alto tasso di richiesta di operazioni di cremazione. A conferma di ciò sono i dati relativi a Mirano, comune della splendida provincia di Venezia, dal 2,7 % del 2000 si è passati al 28% attuale.
In futuro si prevede di arrivare ad una situazione simile a quella dell’Europa settentrionale, dove il numero dei defunti inceneriti è superiore a quello degli inumati.
Il fenomeno dell’urbanizzazione ha spinto le autorità, soprattutto nelle grandi città, ad incoraggiare la cremazione dei defunti. Sempre più amministrazioni comunali in Italia prediligono questa pratica considerandola una efficace soluzione ai problemi territoriali, igienici e urbanistici. Lo spazio nei cimiteri scarseggia e i costi per gli ampliamenti sono enormi. Il presupposto è che gli Enti garantiscono per i defunti un servizio di pari dignità e che sempre più persone apprezzano e, in secondo luogo, molte amministrazioni ritengono che i soldi possono essere impiegati in modo ancora più caritatevole: il denaro può essere utilizzato per aiutare i bisognosi che necessitano di assistenza.
Il pieno benestare della Chiesa, ribadito nel nuovo Codice di Diritto Canonico, varato nel 1983, fu sancito più di 50 anni fa, quando nel 1963 Papa Paolo VI dichiarò in una bolla questa possibilità di conservazione dei resti, pur riconfermando il rispetto per il patrimonio del passato a proposito della sepoltura: “dovrà dirsi saggia riforma quella che sarà in grado di armonizzare convenientemente il vecchio col nuovo”. Affermazione che possiamo così parafrasare: rispettare la tradizione senza rinunciare al cambiamento nel rispetto di ogni individuo -.