
Il lungo e paziente lavoro di recupero svolto dal servizio Toponomastica del Comune di Olbia ha fatto riemergere un mondo antico in gran parte dimenticato brutalizzato da nomi orrendi dati a località storiche. Il progetto di ricerca dei toponimi costieri del territorio comunale è finalmente diventato una realtà tangibile, definita e certificata. Il risultato lo vedremo presto già in una prima fase operativa con una cinquantina di cartelli disposti in prossimità di località turistiche che recheranno il nome storico originale e il suo attuale, come quello che vedete nella foto mostrato dall’assessore Bacciu e da parte dello staff del servizio Topoomastica. E così l’attuale Spiaggia Ira di Porto Rotondo riprenderà il suo nome vero di “Rena Manna”. Durante la conferenza stampa sono venute a galla molte curiosità e notizie assolutamente inedite sul filo tra storia e antiche leggende.
“Con questo lavoro – ha detto l’assessore dei Lavori Pubblici Davide Bacciu – abbiamo restituito, con un pizzico di orgoglio, tutto il valore linguistico e storico della zona rivolta al mare del nostro Comune. Abbiamo individuato e trascritto oltre 360 toponimi in tutto l’arco costiero che va dalla spiaggia “Razza di Juncu” (Cala Razza di Giunco) fino a “S’isulott’e su pedrusimulu” (Molarotto). Si tratta del risultato di un grande lavoro al quale hanno contribuito con le loro preziose testimonianze molti cittadini olbiesi, in gran parte anziani. Lo staff ha avuto modo di confermare l’attendibilità delle testimonianze attraverso i testi lasciati dai padri storici della città di Olbia come l’illustre Dionigi Panedda”.
Alla conferenza di presentazione hanno partecipato il responsabile del Servizio Toponomastica Silvia Marreddu, il tecnico Luca Picciaredda e Simplicio Usai. Quest’ultimo ha accompagnato gli attenti (come non mai!) giornalisti in un viaggio nello spazio e soprattutto nel tempo dell’antica città di Olbia.
E così mentre la spiaggia di Marinella non ha mai subito battesimi italiani rimanendo “fedele” a se stessa, il tratto di costa chiamata Sa Punta e sos Lepperes finisce persino con cambiare animale addirittura antagonista modificandosi in Punta Volpe. Usai ci spiega che Bados, una delle spiagge più care agli olbiesi degli anni “70 deve il suo nome al “Guado” ricavato tra mare e stagni. E che direbbe il nostro ex presidente Silvio Berlusconi se sapesse che la Certosa è stata eretta a “Su Trappuleri” che per molti significa “colui che tende tranelli”? Nomen omen!
Vedere l’elenco, per gli olbiesi DOC è uno spasso. Simplicio Usai inanella una dopo l’altra decine di perle ma non si accontenta di citare i nomi. In molti casi svela notizie inedite come quando parla di un ponte di legno che nell’800 partiva dal centro di via Redipuglia e, attraversando il mare, arrivava fino in Via Roma all’altezza del Cantiere Moro. O come quando racconta di un verricello che si azionava mettendo in tensione un cavo d’acciaio da una parte all’altra del mare a Sa Ucca (la bocca) all’imboccatura del porto allo scopo di bloccare i sottomarini in tempo di guerra.
Interessante è notare come i nomi galluresi riguardano soprattutto la periferie mentre, man mano che ci si avvicina al centro abitato, le località prendono la definizione in “saldu”, l’olbiese. Si legge di “Su Calvone”, “Sos Dentighes”, “S’anca molta”, “Sa Concada”, “Sos Piramides”, o come “Sa Simpatia” il nome che i pescatori olbiesi davano ad una secca a mare, poco distante da via Genova, dove i più “dritti” vi facevano arenare le vedette della capitaneria quando venivano inseguiti.
Presto la mappa sarà disponibile on line sul sito del Comune di Olbia. Per il momento, sapendo di fare cosa gradita agli amanti della storia della città, il servizio Toponomastica ci ha concesso l’anteprima dell’elenco dei nomi che trovate negli allegati.
Intervento di Raffaele Bigi:
Gentile redazione. Vorrei intervenire a proposito della secca detta “de sa simpatia”. Tempo fa passeggiavo nel cimitero vecchio di Olbia (portone centrale) quando trovai una vecchia tomba con un bellissimo epitaffio: “Qui giace il marinaio (*) deceduto nel bastimento Simpatia i terranovesi generosissimi questa lapide posero a ricordo”. Incuriosito ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che il bastimento Simpatia si arenò nella secca ai primi del 1900! Ecco perchè, in ricordo di tale evento, gli olbiesi diedero il nome Simpatia alla secca in cui si poggiò l’imbarcazione.