
Apertura con musica blues, salatini e prosecco per una festa tra amici di un soggetto, “L’Altra Olbia”, che vuol fare politica senza dirlo apertamente. L’inaugurazione della sede, andata in scena oggi dopo una settimana di conto alla rovescia su internet tipo lancio orbitale, va intesa come un primo passo fuori dall’aria rarefatta dei post. Un’uscita allo scoperto cauta e un po’ timida. Nel brevissimo spazio lasciato alle dichiarazioni di Marco Balata e Luca Olivieri, i guru dell’Altra Olbia, è emerso un evidente taglio attendista.
“Non abbiamo finalità politiche dirette – si affretta a dire Olivieri, commercialista dal passato politico con una candidatura alla Camera nella “Lista del Fare per fermare il Declino” di Oscar Giannino -. Nasciamo con uno spirito di amore verso Olbia ma al tempo stesso non vogliamo limitarci a guardare. Vogliamo, al contrario, contribuire a riaccendere quel fuoco che cova sotto le ceneri attraverso gruppi di studio per rilanciare la nostra città”.
“Definirmi estremista di destra è profondamente sbagliato. Non rinnego il mio passato nei Fratelli d’Italia ma l’estremismo non mi appartiene e ora, insieme ad un folto gruppo di amici, occorre lavorare per l’Altra Olbia” – dice Marco Balata, fondatore del movimento che rifiuta collocazioni politiche. D’altronde perché schierarsi nettamente un anno prima delle elezioni? Meglio attendere che lo scacchiere politico si animi senza fughe in avanti. Nella breve intervista che riportiamo in fondo all’articolo, però, Balata manifesta certezza sul fatto che prima o poi “qualche corazzata politica – dice ai microfoni – ci interpellerà”. Intervista in fondo all’articolo
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