
☞ “Dopo circa tre ore di confronto ci siamo dati appuntamento per una prossima riunione nel corso della quale l’imprenditore ha preannunciato di voler esporre alcune novità rispetto al progetto conosciuto”. É la conclusione di un breve post pubblicato dal sindaco di Golfo Aranci, Mario Mulas, in seguito all’incontro ristretto tra Effediemme (l’impresa che intente impiantare un allevamento di ostriche nelle acque di Golfo Aranci) e l’amministrazione comunale.
Se fosse avvenuto quando tutto era cominciato non si sarebbe stato nulla di strano. Ma l’incontro avvenuto due giorni fa suona come un’evidente apertura verso il dialogo tra l’amministrazione comunale e l’impresa che, è bene ricordarlo, ha tutte le carte in regola per realizzare l’impianto di coltura di ostriche e mitili.
Al confronto, a quanto è dato sapere, era presente anche l’ex sindaco, Giuseppe Fasolino, che più di altri si è detto contrario all’installazione al punto che, attraverso un’opera trasversale, era riuscito ad ottenere un No all’impianto di ostriche al largo della spiaggia dei Baracconi, da parte di tutto il Consiglio regionale, maggioranza e minoranza.
Ora, però, il Comune dovrà dimostrare che l’impianto è diverso rispetto alla prima ora in modo da non perderci la faccia nel tentativo di attenuare non solo le bordate dell’opposizione ma anche della popolazione che ha seguito sindaco e giunta nella lotta alle ostriche nella manifestazione a senso unico della scorsa estate.
Il rischio, però, è quello di fare un figuraccia totale da parte tutte le forze del No, compresi Legambiente, comitato più o meno spontaneo, vip firmatari, tecnici ambientali e persino compagnia di navigazione. L’incontro con l’impresa, presente il progettista Paolo Calaresu, più che i connotati di una resa, ha il sapore di una evidente verità sostenuta dal primo momento dallo stesso progettista: e cioè che l’impianto non inquina e non distrugge la posidonia.
Potrà non piacere che la Regione sia sovraordinata rispetto al Comune in termini di acque territoriali, potrà non piacere alla popolazione un nuovo impianto di coltura affiancato a quello delle spigole già esistente, ma per vincere la guerra ci vogliono carte e non clamore mediatico che potrà spostare le opinioni ma non il peso sulla bilancia della Giustizia.