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Olbia Tattoo Show: stamattina la presentazione al Museo e l’apertura della mostra “Stigmata”

20 Luglio 2018 ore 14:22 di Paolo Ardovino   



L’Olbia Tattoo Show è ufficialmente cominciato. Questa mattina nella sala conferenze del Museo Archeologico l’evento è stato presentato dall’archeologo e Direttore Coordinatore della soprintendenza per i beni archeologici della Sardegna Rubens D’Oriano, presente tra gli altri l’assessore al turismo Marco Balata.

“Parlare di tatuaggi e farlo all’interno di un museo: l’abbinamento potrebbe risultare strano” ha esordito D’Oriano, che ha raccontato la storia dei tatuaggio partendo dall’antichità e arrivando a tempi più moderni, come la Russia dei grandi Zar, il primo novecento (a proposito, sapevate che persino Winston Churchill aveva un tatuaggio?) e gli anni del nazismo, lì dove il tatuaggio rappresentava quanto di più lontano dal gusto estetico di oggi. In seguito la parola è passata a Fabrizio Frongia che ha esposto un interessante percorso di antropologia culturale. I tatuaggi hanno una vera e propria storia e una cultura da scoprire.

Al piano terra del museo archeologico, mentre gli stand erano ancora in allestimento, è stata aperta al pubblico la mostra “Stigmata”. Al centro i tatuaggi del passato, inferiori sul piano tecnico rispetto a quelli dei giorni nostri, ma altamente simbolici. Ad accompagnare le tante immagini e i reperti dei ferri – è il caso di dirlo – del mestiere, ci sono le parole dell’antropologo Cesare Lombroso, tratte dal suo capitolo dedicato al rapporto tra tatuaggi e malviventi nel saggio “L’uomo delinquente”.

Simboli, cuori, riferimenti religiosi (persino un improbabile San Gennaro). In proposito spicca in mezzo alle tante immagini appese una domanda provocatoria “Sacro o profano?”, entrambi: “Nella bibbia si legge che Dio fu uno stigmatizzatore […] fin dagli albori della nostra cultura il tatuaggio è insieme “sacro” perché è un gesto di Dio e “profano” perché compiuto sul corpo di un criminale”.

La rassegna è iniziata, i tatuatori hanno aperto le loro esposizioni e cominciato a tatuare dall’ora di pranzo, ne avranno per tre giorni di fila. Per l’occasione, il museo si è trasformato in un grande studio di tatuaggi.

 

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