
Non è questione di Filippi. L’Olbia è spenta, demotivata, quasi rassegnata a precipitare all’inferno. Lo si è capito anche a Crema, contro una modesta Pergolettese, risorta proprio grazie a un’Olbia molle, incapace di metter su uno straccio di gioco credibile. Tre pappine sul groppone sono il bilancio di quest’altra trasferta che ha messo a nudo tutti i limiti di un organico che, a questo punto diventa la caratteristica negativa, il vero tallone d’Achille di tutto il club gallurese.
A un primo tempo più o meno equilibrato, ha fatto da contraltare una ripresa a dir poco disastrosa. Un gol del difensore Brero (il primo della stagione, sul primo palo), un altro dell’attaccante Malcore (il primo del torneo anche per lui che è un bomber), una terza segnatura con una conclusione di Franchi dalla distanza finita all’incrocio sul palo lontano. Questa è in assoluto la seconda vittoria dei lombardi (tra l’altro il secondo successo di fila), che ora hanno affiancato l’Olbia in graduatoria lasciando alla Giana l’ultimo posto.
Non c’è da stare allegri se si pensa che domenica prossima sbarca al “Nespoli” la corazzata Monza, finanziata da un certo Silvio Berlusconi e allestita dal fido Adriano Galliani. L’esonero di Michele Filippi non ha fornito quella scossa che tutti – a partire dal presidente Alessandro Marino – attendevano. Scossa che, nel mondo del calcio, sempre per via di una legge non scritta, molte volte rimette in sesto qualcosa quasi per magia, per una delle tante contraddittorietà del mondo della pelota. Niente, all’Olbia manca pure questo elemento. Luca Raineri, in panchina finalmente autonomo, ci ha provato a cambiare il sistema di gioco, Basta con il 4-3-1-2 tanto caro al suo ex capo, meglio una difesa a tre (Dalla Bernardina, Gozzi, Pisano) che diventa a 5 (con Mastino e Pitzalis sulle corsie laterali), un centrocampo con Muroni in regia, più Lella a destra e Biancu a sinistra, e la coppia avanzata formata dall’esordiente Cocco e da Roberto Ogunseye.
La mutazione tattica non ha funzionato, o meglio ha funzionato a metà, nel senso che – bene o male – nella prima frazione di gioco l’Olbia è riuscita a contenere la Pergolettese, che comunque ha messo in evidenza tutti i suoi limiti, anche se ha pressato più dei bianchi (pardon, l’Olbia ha giocato con la maglia nera, che simboleggia il periodo buio che la squadra sta attraversando).
Insomma, come si può venir fuori da questo inferno? Boh, spetta alla dirigenza rispondere. Il primo rimedio è quello dell’allenatore titolare: aumentano le quotazioni di Aldo Firicano, anche se in molti ritengono che Mario Petrone potrebbe essere la soluzione ideale. Si riaffaccia l’ipotesi di Bernardo Mereu che due anni fa compì il miracolo di salvare la squadra. D’accordo per il tecnico, ma a quest’Olbia ci vuole anche dell’altro. I limiti, oltre che tecnici, sono anche caratteriali. Avvidecci.
Anche oggi è complicato scovare uno o due elementi da mettere in luce per non cedere alla disperazione. E per farlo bisogna focalizzare l’attenzione sul titolare (provvisorio) della panchina. Finalmente libero di poter decidere la formazione, Luca Raineri ha rinunciato al sistema di gioco che ha caratterizzato l’Olbia da sempre: quel rombo che qualche tempo fa Filippi aveva emendato con la variante di Vallocchia che diventava attaccante esterno in fase di possesso per poi tornare in mezzo al campo quando c’era da difendersi. Il mister ha provato il 3-5-2, rinunciando quindi al trequartista, dimostrando comunque coraggio. Così come coraggiosa (anche se il sottoscritto l’aveva previsto) è apparsa la decisone di schierare il neo acquisto Cocco fin dall’inizio per far coppia con Ogunseye.
La squadra non solo è giù di tono e di morale, ma ha anche i nervi a fior di pelle proprio perché non sa se e quando riuscirà a venir fuori dalle sabbie mobili. Lo dimostra per esempio l’espulsione di Manca che ha costretto l’Olbia a giocare in 10 nella fase finale del match. Tutto frutto della frustrazione: quattordici giornate senza vittorie, infatti, non sono semplici da metabolizzare: bisognerà lavorare anche in questa direzione, a prescindere dal nome del nuovo titolare della panchina. Mi pare che nello staff dell’Olbia ci sia anche uno psicologo. Ebbene, occorre che faccia un po’ di straordinari pure lui.
L’OLBIA IN CIFRE
PUNTI | POSIZIONE | PARTITE | VINTE | PARI | PERSE | GOL FATTI | GOL SUBITI | DIFF. GOL |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
12 | 19a su 20 | 17 | 2 | 6 | 11 | 17 | 36 | -19 |