
Si scrive NN (dal latino Nescio nomen, non conosco il nome), si legge Nizzi-Navone. Eh sì, perché in questo bollettino meteorologico della politica di casa nostra la nebbia si è diradata nelle ultime ore e la giornata di ieri – venerdì 8 gennaio 2021 – rischia di essere ricordata come quella della svolta, comunque vada a finire.
Dunque, mettiamo un po’ d’ordine in testa, in un pezzo di materia grigia martoriato da telefonate, whatsapp, sms, ammiccamenti, occhiolini, allusioni, improperi e chi più ne ha, più ne metta.
La riunione delle sigle che sognano, con una lista Civica che più Civica non si può, di disarcionare il sindaco in carica si è conclusa attorno alle sette e mezzo del pomeriggio e la sintesi è questa:
Augusto Navone (65 anni il 7 maggio) è stato indicato a larghissima maggioranza come il candidato in grado di impedire a Settimo Nizzi (64 anni dopodomani) di concludere il suo ventennio alla guida della città.
Si è giunti a una sintesi sul nome (anticipato da Olbianova il 20 novembre dell’anno scorso) del direttore dell’Area Marina protetta di Tavolara, ritenuto il più rispondente all’identikit del competitor ideale per l’ardua impresa.
La Grande Coalizione cercava un candidato sufficientemente laico, senza tessere di partito in tasca, stimato per il suo lavoro da sinistra (area dalla quale proviene avendo fatto l’assessore socialista dal 1993 al 1995, e il consigliere comunale dal 1990 al 1997), ma apprezzato anche da ampie fasce del centro destra che oggi non sarebbero propense a (ri)dare il voto a Nizzi.
Da un no secco, legato ai suoi attuali impegni di lavoro, Navone sarebbe passato a un atteggiamento meno rigido, più possibilista e avrebbe chiesto un paio di giorni (utili per consultare amici e parenti) per sciogliere la riserva. Tant’è che l’eventuale ufficializzazione del suo sì arriverebbe nei primi giorni della prossima settimana.
I bookmakers di casa nostra spargono dosi massicce di ottimismo. Il merito di questa svolta (lo è comunque, perché, anche in caso di rinuncia, la puntata di ieri della telenovela è un caposaldo della campagna elettorale) è soprattutto il frutto di un’alleanza di ferro tra uno dei leader del Pd come Nardino Degortes (cognato di Navone) e l’ex senatore di Forza Italia (oggi sardista) Fedele Sanciu, due martelli pneumatici nel pressing asfissiante delle ultime ore.
Gli altri – a partire dal leader di Fratelli d’Italia Gigi Carbini, che nell’ultimo incontro con Nizzi e il centrodestra “ufficiale” aveva preso tempo per decidere – non hanno potuto far altro che prendere atto di questa situazione. Qualche maldipancia (ma esistono le cure per farlo passare) invece si registra nel Pd. Gianluca Corda, per esempio, il candidato sostenuto con forza da Gian Piero Scanu, non lo darà a vedere, ma non è contentissimo.
Così come non sta saltando di gioia Rino Piccinnu, che puntava senza nasconderlo alla nomination. Dalle parti del Pd assicurano che alla fine il dissenso rientrerà e smentiscono la voce secondo cui Piccinnu (e Pierluigi Carìa) sarebbero pronti a formare una lista autonoma, con candidato diverso da Navone. Resta da vedere ora quale sarà l’atteggiamento del Movimento 5 stelle e comunque di tutti coloro che supportano la scelta di dar vita alla maxi lista civica.
La scelta della N di Navone ora è l’unica che resta in campo, dopo i nomi alternativi circolati nei giorni scorsi. Fino a stamattina pareva prendere corpo l’indicazione dell’attuale presidente del Cipnes, il costruttore Mario Gattu. Sostenuto da un gruppo di imprenditori, pare che l’interessato, lusingato dall’attestazione di stima, abbia ringraziato e comunicato di non essere interessato.
E, a proposito di Cipnes, anche i bambini sanno che la presidenza della corazzata di Cala Saccaia fa parte integrante della campagna elettorale di Olbia. Se vincerà Nizzi, il candidato a guidare l’ente è Livio FIdeli, mentre, se prevalesse l’altro schieramento (Navone o il signor X), è tutto deciso: Fedele Sanciu punto e basta. Esisterebbe anche una terza via, su pressing nazionale di Guido Crosetto,a favore di Giulietto Careddu, che non vede l’ora di rientrare nell’agone politico.