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Primo giornale online di Olbia

L’Olbia interrompe il digiuno e non è più ultima

Aresti straordinario: evita la goleada. Prima vittoria di Brevi, primo gol di Cocco

9 Febbraio 2020 ore 19:44 di Augusto Ditel   



Cinque mesi e sette giorni. Un digiuno mai visto prima, che stava per tramutarsi in incubo. L’Olbia è risorta nel giorno più complicato, quando il destino cinico e baro si stava preparando a giocarle uno scherzetto micidiale.

La Carrarese – comunque ancora oggi quarta forza del campionato, nonostante un misero punto raccolto nelle ultime tre partite – arrivava al “Nespoli” con la rabbia in corpo per la pesantissima sconfitta interna (4-1) contro la Giana Erminio e dunque con la voglia di riscattarsi immediatamente contro un’Olbia apparsa invece gagliarda e reattiva.

Subìto il gol in aperture del primo tempo (sinistro a giro di Pasciuti), l’Olbia ha aspettato la fine del primo tempo per riordinare le idee e preparare la rimonta. Tutto faceva presagire il contrario, visto che la Carrarese ha fallito altrettanti gol in almeno tre occasioni, trovando un Simone Aresti in gran spolvero, con i riflessi degni di un portiere di rango.

Tutto è mutato nella ripresa. Brevi, nell’intervallo, mentre i ragazzi sorseggiavano un corroborante tè, ha chiesto solo una cosa semplice: non mollare, credere in sé stessi, non farsi condizionare dal blasone di un avversario che comunque punta alla promozione in B, e non da oggi.

Il tecnico dell’Olbia – al suo primo successo da quando è sbarcato in Sardegna – ha usato le parole giuste, Tant’’è che Luca La Rosa, quando gli si è presentata l’occasione, ha calciato una punizione capolavoro rimettendo in equilibrio il match. Testimoni alla mano (uno su tutti: il dirigente scolastico Gianluca Corda), il sottoscritto ha urlato: “Vuoi vedere che l’Olbia, dopo aver rischiato di perdere di goleada, vince e il gol decisivo lo sigla Andrea Cocco, preso di mira una settimana fa da tifosi e stampa?”.

Tutto vero. Cocco ha segnato la sua prima rete, sfruttando a dovere l’assist di Roberto Ogunseye e questa non è stata l’unica palla gol del bomber, apparso recuperato sul piano fisico e psicologico. I tre punti di oggi coincidono con l’abbandono dell’ultima posizione in solitudine (l’Olbia ha agganciato il Gozzano), ma non debbono restare un’impresa isolata. Per uscire dalle sabbie mobili, bisogna tornare alle vecchia abitudini: vincere. Soprattutto gli scontri diretti. Avvidecci.


C’è tanta roba, in questo successo pieno che mancava dal primo settembre dell’anno scorso. C’è da sottolineare la prima volta di Oscar Brevi, un tecnico pragmatico, forse poco appariscente, scarsamente amante dei riflettori, ma concreto. Oggi ha “inventato” Lella mezz’ala sinistra (ruolo mai svolto prima), perché sulla destra occorreva schierare Vallocchia, uno che l’allenatore dei bianchi ha considerato titolare fin del suo arrivo in città. Brevi ha anche fatto di necessità virtù: vista l’assenza di Gozzi (infortunio), ecco una linea a tre formata da La Rosa, Altare e (a sorpresa) da Dalla Bernardina, con Candela impiegato come esterno di centrocampo, a destra. E, davanti, fiducia piena a Cocco che ha risposto con il gol (il primo) alle critiche recenti. “Gli ho ridato fiducia – ha chiosato Brevi a fine partite – perché lo meritava per l’impegno e la serietà”. E alla fine tutti felici e contenti. Compresi Domenico Ogno, Ernesto Truddaiu, Massimo Mariani, presenti in tribuna anche per salutare Gianluca Berti, ex portiere dell’Olbia e attuale direttore generale della Carrarese.


Cercare il lato negativo in una giornata da incorniciare, non è semplice. La prima cosa che viene in mente è che per l’ennesima volta (siamo a quota ventuno, se non andiamo errati), l’Olbia si è trovata in svantaggio. In altre circostanze, quando la partita non si era chiusa con la vittoria degli avversari di turno, i bianchi hanno ottenuto al massimo un pareggio, il solito brodino spesso insapore e incolore. Oggi, invece, si è capito che la “remuntada” non è impossibile, anche quando la partita sembra incanalarsi verso una sconfitta anche sonora. Eh sì, perché l’ambiziosa Carrarese – guidata da un tecnico sopravvalutato come Silvio Baldini (non si è neanche degnato di presentarsi in sala stampa, a fine partita) – ha… rischiato di arrotondare parecchio il risultato, senza considerare che Aresti è un Portiere con la P maiuscola.

 

 

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