
“Sabato scorso, dopo lunghe sofferenze, ho perso mia moglie Angelina Cireddu di 77 anni. Il suo cuore ha smesso di battere nel tragitto in ambulanza tra Golfo Aranci e Olbia. Non pensavamo fosse così grave – scrive il marito, Felice Pani -. La stavamo ricoverando ma ci ha lasciato fatalmente poco dopo essersi allontanata dalla sua casa. Ancora scosso per come sono andate le cose e affranto per la perdita della mia sposa, ho dovuto far fronte all’organizzazione del funerale. Mai mi sarei aspettato di combattere contro una serie di problemi, a mio giudizio facilmente risolvibili, posti dal parroco di Golfo Aranci (don Dario, ndr).
Felice Pani racconta che “il parroco avrebbe voluto celebrare a tutti i costi il funerale la domenica, cioè prima delle 24 ore di legge. Impossibile; la stessa agenzia funebre si è giustamente rifiutata”. E dunque l’unica possibilità poteva essere soltanto lunedì. “Ma lui – sostiene Pani – il lunedì aveva impegni e non voleva che si celebrasse la funzione “nella sua chiesa” diceva. Al punto che dopo diversi e vani tentativi ha proposto il funerale addirittura martedì”.
Con il cuore a pezzi per la perdita avvenuta poche ore prima, il signor Pani comincia a perdere la pazienza e arriva a dirgli: “Mi rendo conto che lei non vuole risolvere la situazione”, ma il parroco – dice Pani – mi dice che non c’è nessuno disponibile a celebrare la funzione il lunedì”. Poi, però, spunta una possibilità: un prete della Sacra Famiglia può celebrare il funerale alle 11:00, “ma io devo fare in modo che arrivi mio figlio dall’estero – dice l’uomo- e quindi chiedo gentilmente di spostare l’orario almeno di un’ora”.
Altri problemi. Non si riesce a trovare la soluzione. “Io pensavo che la chiesa si mettesse al servizio delle esigenze familiari senza turbare ulteriormente il morale di chi ha subito una perdita ma il parroco di Golfo Aranci, fino all’ultimo momento, ha solo creato problemi mettendosi sempre di traverso. Morale, per fortuna, ma non avevamo dubbi, il prete di Olbia non ha avuto nessun problema a spostare la celebrazione alle ore 15:00. Alla fine ce l’abbiamo fatta. Mio figlio è arrivato in tempo è ha potuto abbracciare la madre nell’ultimo saluto prima dell’inumazione. A mio modesto giudizio già dal primo istante le cose si sarebbero potute risolvere senza alcun problema – dice infine il sig. Pani – ma ho voluto raccontare la mia vicenda perché non si dovrebbe permettere a chi ha incarico divino di ristorare i cuori in momenti di sofferenza la facoltà di trasformarsi in un nemico che non sente ragioni. Di certo posso dire che la messa del trigesimo non la faremo a Golfo Aranci ma a Olbia”.