
In riferimento alla lettera del Dott. Pala direttore della U.O. di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, con la quale risponde all’articolo di protesta da parte dei sardisti olbiesi, vorrei innanzitutto ringraziare il dott. Pala per il suo impegno a leggere e rispondere con numerose delucidazioni.
Occorrono però alcuni chiarimenti: l’oggetto della contestazione non è stato il volo da Olbia ad Alessandria con tutto l’apparato di assistenza che dott. Pala ha così minuziosamente descritto e che ci rende orgogliosi della professionalità altissima della nostra classe medica.
Non era affatto volo in elisoccorso contro il volo di linea. La contestazione, e questo è molto chiaro, si riferisce all’assenza di un reparto di rianimazione specializzato per bambini, il quale dovrebbe a nostro avviso essere presente nell’isola, in virtù di una realtà inconfutabile e non negoziabile con nient’altro: siamo un’isola, come tale circondata dal mare, con oggettive difficoltà di spostamenti e dunque con pieno e assoluto diritto ad avere in Sardegna tutte le prestazioni che occorrono.
Si aggiunga, come è già stato osservato che la popolazione dell’isola si moltiplica nel periodo estivo fino a contare dodici milioni di presenze come nell’ultima stagione 2017. Da queste considerazioni parte la nostra osservazione, anche sulla condizione generale della sanità sarda.
Con grandissima stima per tutto il personale medico dei nostri ospedali che versano in condizioni di vera emergenza, noi crediamo che sia opportuno ridisegnare un progetto generale il quale tenga conto un volta per tutte dell’insularità.
Lidia Fancello
segretaria Psd’Az. Olbia e Commissaria Regionale per le Pari Opportunità.