
Cara Sardegna, appena questa epidemia ha iniziato a diffondersi, il mio pensiero è corso a te.
Io che vivo in Lombardia, piegata dalle centinaia di morti e dalle migliaia di contagi di ogni giorno, ho pensato a te. A te, cara terra, che mi ospiti da ormai 8 anni, anche per un paio di volte all’anno. Perché di te non mi stanco mai, delle tue meraviglie non mi riempio mai abbastanza gli occhi. E così, torno ogni estate ma rimani nel mio cuore durante tutto l’anno.
Ho pensato a te perché forse la tua sanità non è come qui, o potrebbe esserlo se avesse i giusti mezzi. Ma non è così.
Qualche giorno fa ho letto che in tutta l’isola ci sono meno di duecento posti in terapia intensiva. Come posso allora non essere preoccupata per la tua meravigliosa gente? Come posso non preoccuparmi ogni sera, quando dopo aver letto il bollettino giornaliero della Lombardia, che mi angoscia profondamente, i miei occhi corrono veloci a leggere i tuoi nuovi numeri, cara Sardegna. E vedendo che crescono anche lì, una lacrima si aggiunge.
E allora penso a tutto quello che mi hai regalato: il profumo del mare, la sabbia tra le dita, il sale sulla pelle, l’immensità dei tuoi paesaggi, l’azzurro del tuo cielo e la trasparenza del tuo mare, il verde del tuo entroterra e il rosso dei tuoi tramonti. Lì, da te, dove i colori nascono e dove i sapori della tua cucina si mischiano ai sorrisi della tua gente. Lì, da te, dove l’animo ritrova serenità e dove il tempo si è fermato.
E allora chiudo gli occhi e mi immagino seduta a Is Arenas Blancas a Teulada, a osservare senza pensieri i riflessi del sole sul tuo meraviglioso mare e a farmi scompigliare i capelli dal vento. E sorrido pensando a quando tutto questo sarà finito e potrò davvero sedermi ai piedi delle tue immense dune di sabbia bianca. E quel giorno sorriderò ripensando a tutto questo e mi commuoverò pensando che ce l’avrà fatta la Lombardia, ce l’avrai fatta tu, meravigliosa Sardegna, e ce l’avremo fatta tutti noi, figli di un unico grande Paese.
E penso preoccupata anche a tutte le persone che ho conosciuto, i proprietari di alberghi, B&B e ristoranti che mi hanno ospitata in tutti questi anni e che mi hanno regalato la possibilità di conoscere la vera Sardegna, quella più nascosta e selvaggia, adottandomi come una figlia o come una sorella. Penso a voi e vi abbraccio, tenete duro e presto ci rialzeremo.
Sardegna cara, anche se purtroppo non posso aiutarti come potrebbe fare un politico e anche se questo vale poco, sei nel mio cuore. Non tutti ti dimenticano.
Serena e Fiorella.
Figlia e mamma che nella tua terra hanno passato le vacanze più meravigliose della loro vita e che ogni anno non riescono a non tornare.