
Egr. Assessore, in veste di coordinatore del Comitato Salvaguardia Idraulica di Olbia, con la presente voglio esprimerle alcune riflessioni conseguenti all’ascolto dell’interessante intervento da lei svolto nell’incontro tenutosi recentemente a Villacidro durante una riunione di aderenti al Partito dei Sardi. Non nascondo, da convinto sostenitore del principio di partecipazione diretta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, di condividere pienamente la sua analisi. In particolare sono stato colpito dalle sue considerazioni circa il disordine che regna nell’ambito della amministrazione dello Stato e di come, “servitori dello stesso” siano spesso “vittime” che, come lei dice, operano sotto la spada di Damocle della Magistratura che è, pur essa, Stato.
In questo “marasma” di regole e contro regole, qualche domanda sul suo stesso comportamento avuto in occasione delle varie operazioni che hanno caratterizzato l’iter dell’aggiornamento del PAI della zona di Olbia, sento di dovergliela porgere in quanto Presidente delegato dell’ADIS oltre che Assessore Regionale ai Lavori Pubblici.
Mi riferisco al momento in cui, grazie anche all’attività di sensibilizzazione svolta da questo Comitato, vennero fuori le carenze di trasparenza, coinvolgimento e condivisione dei cittadini nel procedimento di adozione di quello che è chiamato “Piano Mancini”, quale risposta del Comune e/o della Regione alla necessità di Opere/Piano per la “mitigazione del rischio idrogeologico di Olbia” lei sostenne che “Ciò che diceva il Comune di Olbia non era un dogma”, convocò l’Istruttoria Pubblica che concluse facendo indicare le fasi e i tempi della prosecuzione del procedimento, ma lasciando poi tante incongruenze, prontamente segnalate e poi raccolte in un dossier da questo Comitato, che hanno poi portato il Comune di Olbia ad approvare definitivamente il “Quadro delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico di Olbia” previste dal Piano Mancini senza la preventiva approvazione della variante al PAI e poi consentire che l’ADIS un paio di mesi dopo arrivasse all’approvazione della variante al PAI costruita in ragione delle opere già approvate.
A quali principi di correttezza amministrativa si è fatto riferimento? Si deve, forse, pensare che non esisteva alternativa a quanto precedentemente deciso da Regione e Comune in assoluta solitudine?
Comprendiamo, Assessore, il suo dispiacere per il dirigente inquisito nell’ambito della inchiesta per l’alluvione del 18 novembre 2013 per aver semplicemente svolto il suo lavoro governato da regolamenti e norme spesso non chiare e contraddittorie, ma ci consenta di dispiacerci ancor di più per chi ha perso la vita a causa del disastroso evento, per le migliaia di cittadini che hanno subito gravissimi danni materiali non ancora indennizzati e che hanno perduto quella serenità che gli interventi adottati non solo non hanno restituito, ma ancor più aggravato per il fatto che sia stata data la priorità alla costruzione delle vasche di laminazione entro e intorno ad Olbia anziché alla liberazione dei canali dagli ostacoli che impediscono all’acqua di defluire in mare. Solo regolando l’accesso dell’acqua in città in caso di piena, si potrà restituire agli Olbiesi la tranquillità perduta e non si sentiranno più costretti ad acquistare gruppo elettrogeno ed elettropompa in luogo di suppellettili ed arredi.
Ecco perché, Assessore, nel rinnovare i complimenti per le lucide e condivise analisi politiche, le diciamo di non essere dispiaciuti del fatto che la Magistratura indaghi sulla correttezza degli atti prodotti dagli Enti soprattutto allorché prevedano l’utilizzo di risorse e finanziamenti pubblici di qualsiasi entità essi siano e verifichi il massimo rispetto delle procedure previste a garanzia del bene comune! Grazie, Assessore, per il tempo che dedicherà a questa mia lettera e nell’augurarmi di trovare risposte negli atti e nelle conseguenti opere, voglia gradire i miei più cordiali saluti.
Felice Catasta