
Intervengo a nome del Comitato di Quartiere Bandinu- Maria Rocca. Lo faccio molto volentieri essendomi, nel tempo, spesso interessato della soluzione alternativa finalizzata alla mitigazione del rischio idrogeologico ad Olbia attraverso uno scolmatore esterno.
A nome dello stesso Comitato ringrazio il Sindaco Nizzi e l’Amministrazione tutta, per il significato che, con questa iniziativa, l’incontro di oggi fa intravvedere.
E’ una novità quasi assoluta, che fa ben sperare, non soltanto per l’attuale Amministrazione, ma per tutti , che finalmente ci sentiremo coinvolti direttamente e pubblicamente, nelle scelte importanti che ci riguardano.
Questo è potuto succedere , sembrerà strano, grazie a Cleopatra 2013, ed al dopo alluvione, perché ci ha fatti tutti riflettere.
I cittadini, che sono poi coloro che hanno subito il danno, non potevano continuare a restare fuori dalle scelte dell’Amministrazione.
In attesa si chiuda positivamente l’aggiornamento del PAI, dunque, cosa fare?
A parere del nostro Comitato, occorre partire urgentemente con lavori ”mirati”, in tutte le zone a rischio evidente, cosi come a Baratta, con lavori non in contrasto, anzi coerenti con la soluzione generale , qualunque essa sia.
Ecco perché, quella indicata oggi, è la strada giusta!
Il riferimento è quindi alla manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i canali, al regolare smaltimento delle acque bianche delle vie cittadine, alle reti , cavidotti e strozzature che riducono la luce dei ponti, senza dimenticarsi di scavare gli stessi canali ed il mare antistante il Centro Martini ed il Ponte di Ferro, da dove, da moltissimi anni, non vengono più prelevati i sedimenti che limitano lo smaltimento delle acque in arrivo!
Più difficile il ragionamento sulle opere improprie, meglio “ sbagliate”; molte di esse, improprie lo sono rispetto al Piano Mancini, non lo sono se la scelta dovesse essere quella degli scolmatori esterni o di gronda, previsti con le soluzioni alternative.
Esistono principi legislativi e regole, che impediscono la approvazione di opere non inquadrate all’interno di un Piano più generale, ovviamente munito delle approvazioni.
Il rischio del sottodimensionamento di alcune opere particolari, i pericoli che da esse ne possono derivare, o gli sprechi nel caso di sovradimensionamento, spaventano non solo noi, ma gli stessi impiegati o professionisti chiamati ad approvare o a firmare autorizzazioni o progetti, assumendosi , loro, tutte le responsabilità che ne derivano.
Al riguardo potrei fare qualche cenno al Ponte di S’Isticadeddu, dove si sta realizzando un ponte calcolato per passarci una certa quantità di acqua. Se si va a vedere il Piano Mancini, si vede subito che, in aiuto di quel canale ne è stato previsto un altro, poco distante dal primo , allo scopo di alleggerire, non so in che misura, l’esistente. Qualcosa non mi torna!
Personalmente, al riguardo delle tante incongruenze riscontrate, non ho dubbio che i ritardi fin qui accumulati derivano proprio dall’aver posto il carro davanti ai buoi, redigendo prima i progetti, poi… i piani!
Di fatto, il progetto generale non esiste più, il PAI precedente è superato, quello nuovo deve essere ancora approvato.
Nel contempo la nuova Amministrazione Comunale chiede che in Città entri solamente l’acqua che non può far danno, mentre quella che il danno lo farebbe per d’avvero (visto che è possibile ed a minor costo con la soluzione alternativa), quella si che deve essere portata FUORI!
Per fare in fretta, a mio parere, in questa logica, debbono essere realizzati interventi tipo quelli illustrati in questa sede per Baratta; ma anche la demolizione della rampa stradale verso il Nespoli, assieme alle tante altre strozzature, che il Comune ben conosce.
Tutto questo, pur nella consapevolezza che quanto detto, non basta!
Ricordiamoci, però, che se oggi siamo ancora a questo punto, è proprio per aver privilegiato, fino a qualche mese fa, una soluzione che “pretendeva” di risolvere il problema delle alluvioni, portando altra acqua all’interno della Città!
Sapete quanti Km di nuovi piccoli scolmatori (ora li chiamano diversivi), o su quanti Km di canali, Mancini aveva inizialmente previsto di intervenire, fra nuovi, da allargare o comunque da sistemare? 15,4 Km. di canali.
Sapete quanti sono diventati, dopo le correzioni fatte apportare dalla Regione? 20,6 Km.!
Occorre per di più dire che se si vogliono far funzionare bene le vasche di laminazione, tutti quegli interventi debbono essere realizzati quasi contemporaneamente. E i soldi?
Ed ancora sapete quanto è lungo il canale scolmatore esterno del progetto alternativo?
Appena 10 Km ed in questo caso la riqualificazione e sistemazione dei canali esistenti , potrebbe slittare al dopo l’ultimazione dello stesso scolmatore esterno.
Questa è la risposta al “che fare” nell’immediato. Ossia intervenire con soluzioni tipo quelle illustrate oggi per Baratta; interventi da attuare anche nelle altre zone a rischio evidente, come nel caso del nostro quartiere di Bandinu-Maria Rocca, ove basterebbe collegare, con 160 metri di tubazione, il compluvio di Via Andria e la tubazione esistente, a partire da Via Como, che passa all’interno del cortile della scuola di Maria Rocca , solitamente in…asciutto! Ovviamente ho citato questo intervento solo come esempio. Per gli altri, dobbiamo contribuire,tutti, a segnalarli!
Ritornando al discorso iniziale, se per le opere di riqualificazione c’è tempo, di tempo per l’eliminazione delle ostruzioni evidenti non ce ne è più! Come non ce ne è molto per suggellare la scelta della soluzione dell’acqua “ fuori da Olbia”.
Meno male che il Sindaco e la sua Amministrazione, stanno dimostrando, nei fatti, che la scelta è quella dello scolmatore esterno, per cui se la si smetterà di fare ostruzionismo (si è persino arrivati a commissariare il Comune pur di attuare il progetto Mancini), tutto correrebbe più velocemente, anche perché la soluzione alternativa costa 1/3 dell’altra, ed i soldi a disposizione sarebbero, già oggi, sufficienti!
In questo modo non si andrebbe incontro a ritardi, a ricorsi od imprevisti, cose che puntualmente arriverebbero nel caso di lavori imponenti all’interno dell’abitato.
A conferma della sottostima dei lavori previsti nella soluzione, a suo tempo approvata dal Comune, basterà riferire che già con la 1^ proposta Mancini ( 15,4 Km di canali da costruire ex novo, da allargare, o comunque da sistemare), l’importo a mio parere molto sottostimato era di 125 Milioni di Euro. Dovendo aggiungere ad essi i 5 km di canali fatti aggiungere dalla Regione, perché l’importo è rimasto sempre di 125 milioni? E se a questi aggiungessimo ancora il costo della demolizione e ricostruzione di ben 9 ponti ferroviari, i ponti dell’ANAS ed altri manufatti ed i sicuri indennizzi per soggetti terzi? Dove arriveremmo?
Concludendo, l’invito è per gli amministratori, per incoraggiarli a continuare a lavorare, sempre con maggior determinazione, alla soluzione “ Fuori l’acqua da Olbia”; quindi per i cittadini e,per loro, ai Comitati che li rappresentano, affinchè si rendano tutti consapevoli e partecipi dell’importanza di questa battaglia, che non riguarda solo la nostra sicurezza, ma la riqualificazione stessa della città.
Convinciamoci, tutti, che di occasione come questa, non ce ne potrà essercene un’altra!
Andrea Demuru a nome del Comitato di Quartiere Bandinu-Maria Rocca