
Il giorno dopo la tragica morte di Giacomo Rosati, il commercialista di 80 anni morto per annegamento sul San Nicola, la gente rallenta in via Galvani e butta uno sguardo all’altezza di quello svincolo senza senso. Dopo la piccola Morgana Giagoni e sua mamma Patrizia Corona, morte nel corso d’acqua di via Belgio il giorno dell’alluvione del 2103, c’è chi piange un’altra morte avvenuta ancora una volta in un canale. Circostanze ben diverse ma con una cosa in comune: la mancanza di barriere protettive.
La morte dell’ottantenne è avvenuta in maniera tanto assurda quanto inaccettabile. Rosati era uscito intorno alle 17:30 per sbrigare un paio di commissioni ma non è più tornato a casa sua.
La vita si è spezzata in quel maledetto svincolo che non serve a nessuno dove già in passato si era sfiorata una tragedia simile con un’altra macchina finita nell’acqua. Era notte anche in quella circostanza ma per fortuna l’operaio straniero alla guida uscì dal canale senza un graffio.
Resterà per sempre un mistero l’ora in cui il cuore di Giacomo Rosati ha smesso di battere. L’allarme è stato dato intorno alle 21:30 da un passante ma l’incidente potrebbe risalire anche a diverse ore prima. Sull’asfalto non è stato rilevato alcun segno di frenata. Un dettaglio che fa presupporre che l’ottantenne alla guida non si sia reso conto di aver imboccato lo svincolo sbagliato.
L’uomo, probabilmente, pensava di essere già sul ponte che fiancheggia un piccolo maneggio e si immette, dopo una svolta, all’inizio di via Fausto Noce dove Rosati abitava. Ancora un centinaio di metri e avrebbe parcheggiato la sua Renault Twingo, come sempre.
Ieri i lampioni sopra lo svincolo della morte erano spenti. Oggi sono accesi. In quel piccolo spiazzo che porta ad un ingresso della Forestale e alle antenne della telefonia, dove nel 2106 (vedi foto) c’erano i new jersey in plastica (chi li rimossi e a che titolo?), ieri non c’era neanche un’auto parcheggiata. Oggi fin oltre le 19:00 ce n’erano diverse. Ieri non c’era neanche il camion vela pubblicitario che spesso staziona esattamente in quel punto. Ieri non c’era nulla di nulla. Solo una deserta e buia stradina asfaltata che ha portato l’uomo alla morte.
Rosati è stato prelevato della squadra fluviale dei Vigili del Fuoco. L’auto era fredda, le luci spente come il motore. Aveva la cintura allacciata. Un particolare al quale si attaccano i familiari nella speranza che sia rimasto tramortito nel momento dell’impatto con il fondo del canale. Se fosse stato vigile e se non fosse riuscito a spaccare i vetri dell’abitacolo avrebbe quanto meno slacciato la cintura. Aveva 80 anni ma non aveva alcun problema di mobilità. L’ipotesi è poca cosa davanti ad una morte così inconcepibile ma la speranza che l’uomo non si sia reso conto di quanto stesse succedendo è una, seppur minima, consolazione.