
L’Area marina protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo ha deciso di sposare il progetto “Calme”, per una rete acustica di sorveglianza dei fondali marini. Si tratta di una rete di sorveglianza acustica che è iniziata nel 2015 con il posizionamento di tre registratori acustici subacquei per tutto l’anno a Marsiglia, a Calvì in Corsica e Cala Gonone. E pochi giorni fa un nuovo registratore acustico è stato posizionato nelle acque di Tavolara.
Il progetto è nato insieme all’istituto di ricerca Chorus (con sede in Francia), cofinanziato dall’Agenzia delle acque francese. L’Amp di Tavolara ha aderito alla creazione di quello che è uno strumento ad alta tecnologia che consente di registrare i suoni dei fondali sottomarini, sia quelli umani, che naturali e biologici. Uno spettro acustico fondamentale, che consente di studiare anche le dinamiche sul carico antropico in determinate aree sottoposte a tutela assoluta. Il registratore fisso è stato posizionato nei fondali della “Secca del Papa” a Tavolara, una zona biologicamente molto interessante, con formazioni coralligene e un habitat molto particolare, dove si è potuto individuare un punto di aggregazione delle cernie.
I dati dell’isola saranno inseriti all’interno del progetto “Marine strategy”, che si propone l’obiettivo di ricavare gli indici acustici sulla qualità di habitat sottomarino e acqua e creare così un sistema di sorveglianza che valuti la qualità biologica e il livello di protezione dell’area a seconda dei suoni. La “Secca del Papa” a Tavolara, da questo punto di vista, rappresenta un punto di raccolta di dati privilegiato, per la diversità delle tipologie sonore rilevabili: dai rumori dei gommoni, ai pescherecci, ai traghetti e al traffico esterno delle navi.
Il programma “Calme” rappresenta la naturale prosecuzione di “Seacoustic”, progetto sperimentale avviato nel 2015 e realizzato in collaborazione con l’Agence de l’eau francese. Il gruppo di ricerca Chorus aveva calato in acqua degli idrofoni, dei grandi microfoni subacquei che registrarono nell’area di Molarotto, Molara e Capo Coda Cavallo.
(foto Egidio Trainito)