
“Mi piacerebbe che i miei abiti permettessero alle donne di avere più sicurezza e stima in se stesse”. Così Daniela Canu, stilista olbiese di 27 anni, parla delle sue creazioni.
Dopo il diploma al liceo linguistico di Olbia e una laurea triennale in Economia e Management e poi magistrale in Tourism Management, Daniela ha seguito le sue velleità, studiando all’Istituto di Moda Burgo di Milano e diventando stilista a tutti gli effetti con una tesi ispirata a Maria Lai, dal titolo “Capsule Collection, Lenti sul Mondo, Spring Summer 2020/2021”, collezione interamente biodegradabile.
Sabato scorso, insieme al fotografo Giuseppe Gentilini e Élena Ortu, che ha posato indossando gli abiti creati dalla giovane stilista olbiese, ha realizzato uno shooting poi pubblicato online. “Ho finalmente deciso di mostrare i miei lavori – dichiara -, creando una pagina Instagram che dedicherò esclusivamente ai capi che realizzo. Si tratta di sorta di bacheca dove appuntare i traguardi raggiunti: realizzo un capo e poi mostro al pubblico il risultato finale. Mi piacerebbe far vedere il processo di creazione, dai figurini che realizzo all’abito finito”.
All’età dei 12 anni, Daniela scopre il mondo della moda. “Questa mia passione – racconta – è nata dal nulla perché nessuno in casa cuciva. Mi sono capitate in mano delle riviste di moda e ho notato che le fotografie suscitavano in me delle emozioni fortissime. Mi sono iscritta all’Istituto Burgo a scatola chiusa. Ho capito che la passione, quella vera, ti dà davvero tanta pazienza”.
La giovane stilista definisce i suoi abiti “evergreen”, dal taglio elegante e classico. “Mi piace l’idea che i vestiti rimangano nell’armadio e che vengano custoditi. Non sono molto per il ‘fast fashion’. Attualmente – spiega – mi occupo di abiti ‘basici’ perché mi voglio allenare ma mi dedico anche a lavori più importanti, disegnando capi più elaborati e provando a realizzarli. È tutto esercizio e realizzare abiti per me e la mia famiglia nasce dalla necessità di allenarmi”.
Tra le sue creazioni spicca un abito di paillettes, ricoperto da più di 550 nappe realizzate interamente a mano dalla stilista e applicate una ad una. “È l’abito a cui tengo di più – dichiara – perché c’è tantissimo lavoro dietro. È un gioco di colori tra nappe rosa e nappe bianche. Nei lati presenta due oblò, dei buchi che ho riempito con del tulle olografico, trasparente. È composto da mantello in georgette bianca, quattro teli sovrapposti, maniche ampie e nella parte superiore del tulle effetto trasparente che ho ricamato con paillettes olografiche con la tecnica del luneville”.
Affascinata da stilisti che lei stessa definisce “anticonvenzionali” e che curano dettaglio e artigianalità del capo, quali Alexander McQueen, Thierry Mugler e Valentino, la Canu ha le idee chiare: “Un domani vorrei creare uno store online in cui poter vendere le mie creazioni. Mi piacerebbe puntare su un giusto mix tra prodotti a taglia industriale (40, 42, ecc) e capi su misura. Qualunque fisicità deve essere vestita in modo da renderle giustizia e donarle sicurezza. L’obiettivo finale è quello di creare capi assolutamente unici.
Penso che un abito ti possa cambiare la giornata – conclude la stilista olbiese – se questa è iniziata col piede sbagliato. Indossare il vestito giusto perché quei colori ti trasmettono determinate emozioni o perchè il fitting ti fa sentire bene, credo possa rendere una donna più sicura di sé”.