
“Caro direttore, dopo aver letto quanto da lei scritto sul suo giornale in merito alla mia mozione riguardante gli incentivi ai dirigenti comunale, credo che lei sia cosi corretto da accordarmi diritto di replica”. La nota arriva dalla consigliera comunale Enza Tucconi che replica alle affermazioni fatte nell’ultimo Consiglio comunale dai dirigenti Azzena e Zanda dopo la mozione dell’esponente dell’UPC in merito ai costi riservati alle progettazioni interne del piano Mancini.
Devo dirle – scrive Tucconi – che, fra tutti, la più amareggiata per come la mia iniziativa sia stata equivocata, sono io. Con la mia mozione si chiedeva semplicemente di correggere un banale errore dal quadro economico per evitare che potesse originare il sospetto che si volessero distogliere soldi pubblici per legge destinati ai lavori “congelandoli” in uno stato nel quale non possono essere utilizzati per il fatto che nel quadro economico sono indicati come “incentivi”, danari che i dirigenti non possono prendere.
Infatti nessuno può negare il fatto che i progettisti dichiarati siano i due dirigenti e questo, per logica, implica che il 25% dell’incentivo che per Regolamento comunale spetta ai progettisti (e solo a loro si badi non al gruppo dei collaboratori per i quali esiste una apposita voce) se non “levato” dalla posizione nel quale si trova attualmente nel quadro economico, l’amministrazione subirebbe un grave danno perché si troverebbe a non poter utilizzare quasi 500.000 mila euro per eseguire ulteriori lavori.
Chiunque avesse letto la mia mozione avrebbe chiaramente inteso che si chiedeva semplicemente di correggere un errore commesso nello stilare il quadro economico. Non ho mai asserito tantomeno ipotizzato di emolumenti finiti nella busta paga dei dirigenti, disconosco pertanto ogni accusa di illazione o di calunnia che mi è stata attribuita”.