
Sarebbe a dir dopo clamoroso ma come è appena successo per tre palestre comunali nella disponibilità delle scuole medie anche il museo archeologico di Olbia rischia la chiusura. Il motivo è semplicissimo oltre che assurdo. Non esiste il documento di protezione antincendi.
Sembrerebbe un paradosso ma le tre palestre delle scuole medie che fanno parte del patrimonio comunale, via Vicenza, Santa Maria e via Nanni, non sarebbero dotate di CPI (Certificato Protezione Incendi) e sono interdette alle associazioni sportive, non alle scuole. Dunque il documento emesso in fase di collaudo antincendi non diventa necessario quando gli edifici sono utilizzati dai bambini. Perché? Sembrerebbe che in questo caso la responsabilità ricadrebbe unicamente sul dirigente scolastico.
Le tre palestre sono state chiuse dalla struttura tecnica che fa capo all’assessorato dello sport e cultura del dirigente Gabriella Palermo. Niente CPI niente ginnastica…ma solo per le squadre esterne alle scuole a cui sono state assegnate, altro paradosso, con un bando pubblico. Un po’ come dire: “noi ve le diamo, noi ve le togliamo”.
La stessa sorte, a quanto pare, toccherà anche alla struttura comunale per eccellenza: il museo archeologico. L’edificio che contiene i preziosi e unici ritrovamenti delle navi romane emersi durante i lavori di scavo del tunnel. Lo stesso aperto a migliaia di visitatori e che ha ospitato decine di manifestazione organizzate dalla stessa amministrazione (l’ultima il Tattoo Show la scorsa estate) e che attualmente contiene mostre fotografiche del corposo programma “Storie di un attimo”. Al momento non è ben chiaro se al museo manchi il CPI o addirittura l’agibilità.
Documenti fondamentali per qualsiasi struttura soprattutto per quelle in cui è prevista l’affluenza del pubblico. Ecco perché il museo archeologico potrebbe chiudere nel giro di qualche giorno o addirittura entro poche ore. Al momento restano interdette le palestre comunali, anche se non si sa quanti e quali dirigenti scolastici si prenderanno la responsabilità di renderle agibili ai bambini.
A queso punto resta da chiedersi il perché e come si sia arrivati a fine 2019 in questa situazione e come sia possibile che la struttura tecnica dei Lavori Pubblici del comune di Olbia non abbia completato l’iter burocratico per tre delle palestre comunali consentendone per anni la frequentazione. Vedremo come la vicenda si evolverà a brevissimo.