
La situazione sanitaria di Olbia e della Gallura è letteralmente drammatica: durante il consiglio comunale aperto di oggi non usano mezzi termini i primari del Giovanni Paolo II per definire la situazione sanitaria in città. Per questi motivi Nizzi annuncia un presidio permanente davanti all’ospedale Giovanni Paolo II.
All’inizio della seduta sono intervenuti il presidente della conferenza socio-sanitaria della Gallura Satta: “Questa mattina si è tenuta la conferenza socio-sanitaria ad Arzachena, è stato un dibattito molto duro e forte. L’unica realtà che cresce in Sardegna, la Gallura, non può subire tutto questo. Chiediamo un incontro urgente con la giunta regionale.”
L’ingegner Tauro, direttore ASSL Olbia, ha denunciato che le richieste inoltrate nel corso degli anni a Cagliari non sono mai state prese in considerazione.
L’attività operatoria di Olbia è sospesa tranne che per le urgenze indifferibili e gli altri ospedali sardi respingono i pazienti galluresi, mancano medici di chirurgia e medicina interna oltre ad anestesisti, ostetriche, tecnici di laboratorio, OSS e infermieri e manca ancora la validazione tecnica per il laboratorio covid: questo è un po’ lo stato della sanità olbiese e gallurese.
“La situazione è molto critica – così il dott. Rubattu (primario ginecologia e ostetricia) – l’attività operatoria è sostanzialmente sospesa, in questo momento non possiamo neanche effettuare la partoanalgesia”.
“Ho sei fratture in reparto che non posso operare – le parole del dott. Cudoni (ortopedia e traumatologia) – Olbia è terza, dopo Sassari e Cagliari, per numero di passeggeri trasportati dall’elisoccorso, ma la sede operativa dell’AREUS è a Nuoro. O ci danno le risorse o i pazienti devono essere portati da altre parti”.
Lanciano l’allarme dott. Presenti (chirurgia generale), dott. Ortu (oncologia) e dott. Achenza (medicina): “Non si può lasciare una struttura come la nostra in questa situazione. Ogni giorno sei medici dell’ospedale di Olbia si spostano tra Tempio e La Maddalena. C’è collaborazione con il Mater ma questo non basta”.
Dott. Bua (dirigente pronto soccorso Olbia e La Maddalena) e dott. Lai (laboratorio analisi), numeri alla mano, lamentano l’evidente discriminazione nei confronti della sanità galluresi: “Olbia, con 44 mila pazienti nel 2019, ha tredici medici che turnano, il Brotzu di Cagliari con 26 mila pazienti ha trenta medici. Olbia ha quindici tecnici di laboratorio e turnano in sei, a Tempio sono in sei e a la Maddalena in tre; al Santissima Trinità di Cagliari sono quarantasei tecnici”.
Il Dott. Tonolo (dirigente struttura diabetologia della Gallura) sottolinea le scelte sbagliate fatte rispetto alla chiusura dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica di Olbia, che conta un centinaio di bambini: “Scelte strane e senza una seria valutazione”.
Il sindaco Nizzi, dopo le drammatiche testimonianze dei medici del Giovanni Paolo II, annuncia l’inizio di un presidio permanente davanti all’ospedale da domani e sollecita i rappresentanti galluresi in Regione ad agire per evitare il disastro: “È un passaggio importante per la vita della nostra città, ma non possiamo più perderci in chiacchiere e in sterili documenti. Da domani ci sarà un presidio permanente in ospedale e chiederemo ai nostri rappresentanti politici in Regione di tirare fuori gli attributi e di farci sapere cosa vogliono fare della sanità gallurese. Dobbiamo essere tutti uniti, abbiamo sette consiglieri regionali e tre assessori regionali: devono darci risposte”.