
Dopo la recente bocciatura del Piano Mancini da parte della giunta regionale, in merito alla mitigazione del rischio idraulico, abbiamo sentito il parere di Flavio Lai, presidente del comitato Salva Olbia.
Dott. Lai, cosa ne pensa della bocciatura del Piano Mancini?
Trattasi di un atto dovuto; lo SVI (Servizio Valutazioni Impatti) è un organismo tecnico, le cui decisioni non potevano essere ignorate; nella Delibera di Giunta Regionale sono riassunte mirabilmente con le parole: “forti criticità, carenze documentali oltre che rilevanti impatti, tali da non essere nè mitigabili, né compensabili”.
Purtroppo arriva con almeno 5 anni di ritardo; fin dai primi mesi del 2014, infatti, alcuni professionisti locali, che ben conoscono Olbia, si erano opposti al Piano Mancini, promuovendo numerosi incontri pubblici e proponendo, da subito, uno scolmatore esterno all’abitato, in grado di lasciare fuori da Olbia l’acqua di piena; ma i consiglieri comunali del tempo (i famosi 14+1 su 40!), sostenendo a più riprese che loro non si intendevano di idraulica, scelsero diversamente.
Il vostro comitato aveva auspicato la nomina di un commissario per la difesa idraulica di Olbia. Siete ancora della stessa Idea?
Certamente, ma non un semplice Commissario esterno, ma un Commissario “super partes”, di alto profilo tecnico, in grado di garantire obiettività al di fuori dei dictat dei Partiti.
A voi non piace neanche il Piano Technital sostenuto senza alcun dubbio dal sindaco Nizzi. Perché?
Ritengo non appropriato chiamarla soluzione “Technital”, perché Nizzi, assieme al Prof. Pagotto, la illustrò pubblicamente nella passata campagna elettorale, molto prima che arrivasse l’incarico alla Technital. I motivi per cui la condividiamo solo in parte sono la poca sicurezza della vasca di 15 ettari prevista a Mannazzu e i 12 Km di gallerie di difficilissima gestione, oltre ai maggiori costi rispetto ai normali canali a cielo aperto (200 anziché 100 milioni di euro).
A Genova e sul Garda non esistevano altre soluzioni: ecco perché gli scolmatori in galleria sono stati realizzati passando sotto l’abitato nel primo caso e perché, circa 100 anni fa, furono traforate le Alpi per salvare Verona; Olbia nel suo entroterra ha un’orografia che degrada verso il mare e solo in pochi tratti è necessaria una galleria!
Inoltre, il progetto della Technital ha un’invasività devastante nel sottosuolo: poiché il manufatto sarà completamente interrato si realizzerà un’interruzione dei flussi idrici dalle alture verso la piana, compromettendo per sempre l’entità e la qualità delle falde acquifere.
Olbia però non ha ancora difese dopo 7 anni dalla prima alluvione. Come si possono abbreviare i tempi?
Chi verrà incaricato dell’aggiornamento del Piano e delle pertinenti progettazioni non partirà da zero, perché indagini, studi, calcoli e verifiche (già pagate) ne sono state fatte in abbondanza.
Solo con una soluzione rimodulata rispetto a quella di Nizzi, ben utilizzando i fondi eccedenti, rispetto al finanziato, si potrà riuscire nell’intento di rendere contemporaneamente sicuro l’abitato, ugualmente funzionali, sicuri, fruibili e belli gli esistenti canali e le aree lungo i canali.
Importante è scegliere una soluzione semplice, razionale, ben supportata dalla scienza e dalla tecnica ed i tempi di realizzazione potrebbero diventare, davvero, più brevi di quanto si possa immaginare!