
Da una parte un bambino di 11 anni che chiama il numero di emergenza, dall’altra un bravo appuntato dei Carabinieri di Olbia che intuisce il dramma. Spesso capita che i bambini sottraggano il telefono ai genitori e parta la chiamata di emergenza ma questa volta il militare ha capito che nella voce acerba dall’altro capo della linea, c’era qualcosa che andava approfondita.
Per questo ha parlato a lungo con lui mentre, contemporaneamente, inviava una pattuglia a casa sua. Il ruolo del Carabiniere è stato fondamentale per cominciare a far luce su questa storia che se dovesse essere confermata sarebbe poca cosa definirla agghiacciante.
Naturalmente si tratta di una vicenda tutta da chiarire perché il principale protagonista è un bambino di 11 anni. Al magistrato toccherà il delicatissimo compito di discernere i fatti dalle deduzioni, la verità dalle bugie, da una parte e dall’altra. Gli elementi oggettivi in mano ai Carabinieri sono la maniglia smontata e la cameretta chiusa a chiave, il secchio per i bisogni, il lettino di un mobile a castello smontato, il cellulare senza sim e, infine, l’assenza dei genitori convocati immediatamente e arresati già durante il blitz.
Il bambino ha raccontato ai Carabinieri tante cose che andranno pesate, parola per parola. Tra queste ha indicato un pezzo di tubo di gomma che normalmente si usa per innaffiare, utilizzato come frusta nei suoi confronti. Lo ha tirato fuori e consegnato ai militari. Occorrerà ascoltare quella zia il cui intervento era stato richiesto dal piccolo. “Potete chiamarla voi, per favore, perché questo telefono non ha la sim”, ha detto il piccolo al Carabiniere.
Occorrerà ascoltare gli insegnanti dell’undicenne per capirne l’indole, la sensibilità, il modo di confrontarsi con i coetanei. Verificare eventuali segni di percosse e perfino la frequenza delle assenze. Di certo per il minore è cominciata una nuova vita che ha già avuto un prologo con l’affidamento ad una comunità protetta.
A quanto è emerso dai primi scambi con con i Carabinieri registrati mentre veniva liberato dalla sua seppur momentanea prigionia, il piccolo aveva già fatto un colloquio per andare a studiare in seminario. “Vorrei andare in posto tranquillo per stare lontano da casa” avrebbe raccontato ai militari. Ora sarebbe bene abbassare l’attenzione sulla vicenda e lasciare lavorare la Magistratura, sempre che non emergano altri clamorosi risvolti di una brutta storia che lascia senza parole e con mille domande.
Intanto è stata fissata per domani alle ore 14:00 l’udienza di convalida. I genitori dell’undicenne sono difesi dall’avvocato olbiese Marzio Altana