• Home
  • Tutte le notizie
  • Lettere
  • ✅ Elezioni Olbia 2021
  • 👁 Vision
  • ✝︎ Necrologi
  • Contatti
  • Area Membri
    • Esci
  • Log InRegistrati

Olbianova

Primo giornale online di Olbia

Ichnos. Da Piu a Fantafolk, trionfa la musica di qualità, delusione per la scarsa affluenza di pubblico.

Meno di mille persone assistono a un grande concerto di musica made in Sardinia

17 Giugno 2019 ore 20:48 di Mauro Orrù   

Francesco Piu sul palco di Ichnos (Sedilo 16 giugno 2019)

La cartolina che arriva da Sedilo 26 anni dopo il travolgente successo della prima edizione di Ichnos che portò oltre 20 mila persone in quel “catino infuocato di San Costantino” (Cit. Cesare Corda, Videolina), trasferisce un immagine desolante e contraddittoria. Sul palco artisti di grandissimo valore e sulla spianata resa famosa dall’Ardia, un imbarazzante silenzio con un migliaio di persone, giusto per arrotondare generosamente, a contendersi i rari coni d’ombra. Peccato. Ma occorre prenderne atto: la società è cambiata e Ichnos deve necessariamente segnare il passo e tornare in letargo.

Eppure tra i tanti musicisti che si sono esibiti seguendo la scaletta con puntualità svizzera, nessuno è apparso sorpreso dalla mancanza di gente. Il mito e la fama della Woodstock sarda, coma l’aveva definita Maria Carta nella prima edizione, hanno resistito precedendo se stessi, ben lontano dalle onanistiche definizioni autoreferenziali.

Ichnos, invenzione del vulcanico Leonardo Marras era davvero il mito per qualsiasi musicista sardo e, per quanto possa sembrare paraddossale, continuerà ad esserlo. Ma, a dirla con Giacomo Serreli, direttore della rassegna “Mi viene da pensare che non è più tempo di maratone musicali di questo tipo – come ha scritto in un post inviato agli artisti questa mattina a bocce ferme -. Nell’era di streaming e quasi abulica navigazione in rete, la gente un po’ si è impigrita e non risponde. Forse devo prendere atto che Ichnos così come l’abbiamo concepito 26 anni fa ha fatto il suo tempo e un ciclo si è chiuso”.

Ma noi che ieri c’eravamo, come c’eravamo 26 anni fa e poi a Cuba e anche a Milano, abbiamo assistito all’enorme progresso di qualità della musica nata e cresciuta in Sardegna. Persino un gigante come Piero Marras, reduce dal suo ultimo splendido doppio album in cui racconta in italiano e in sardo le “Storie Liberate” di uomini finiti in prigione che ai primi del “900 mandavano lettere ai congiunti censurate impietosamente dai controllori e bloccate prima di raggiungere i destinatari, è stato capace di alimentare e sviluppare la sua arte narrativa.

E che dire della nuova onda blues di mostri come il cagliaritano Vittorio Pitzalis che ha suonato con i Dirty Hands e l’osilese Francesco Piu che potresti ascoltare per ore trovando ogni minuto diverso dall’altro. O della meraviglia dei Fanta Folk che stanno al ballo tundu come Piazzolla sta al tango delle balere. Talento e gioia nel trovare terreni da esplorare con organetto diatonico e launeddas fusi in geniali e sorprendenti espansioni.

Cose belle, anche da vedere, sul palco di fianco all’arco di San Constantino come la folk singer oristanese Irene Loche che suona “slang” americani sul binario misto tra Johan Baez e James Taylor. E avanti così tra le invenzioni dei Nemos (ex Nur) alchimisti del “Countryllu” un divertente mix di Country e Dillu.

Tanta, tantissima roba di qualità tra l’apertura dei freschissimi Ammerare e la chiusura reggae dei Train to Roots che hanno appena spento quindici candeline di sodalizio con la musica. Senza dimenticare i classici dei classici come i Bertas che hanno anticipato l’esibizione per non perdere la Dinamo basket (che in serata vincerà la gara 4 a Sassari), Mariano Melis, Maria Giovanna Cherchi e l’orgoglio olbiese dei Cordas et Cannas da incorniciare per fedeltà alla bandiera e coerenza di sonorità dei Piccinnu brothers e quel grillo cantante di Francesco Pilu.

Tante perle, insomma, ma per pochi intimi. E inutile girarci intorno: il mondo è diverso. Cambia in pochi mesi, figuriamoci in 26 anni.  E anche se la qualità cresce di volume, richiama poca gente. Che sia davvero giunto il momento di prendersi in una pausa? Perchè no. Serreli lo ha già detto. Ma sicuramente non si fermeranno gli artisti. La musica sarda deve saper andare avanti muovendo il potenziometro fino a trovare la giusta sincronizzazione con il suo tempo mentre nell’isola, a riempiere gli spalti, ci penseranno Vasco Rossi e Tiziano Ferro a Cagliari e Jovanotti e Mahmoud a Olbia. Non ci resta che dire: Fortza paris!

⬇︎ Cerca articoli per parole

CERCA ARTICOLI PER DATA

Marzo: 2021
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031  
« Feb    

Seguici anche su Facebook

Facebook Pagelike Widget

Questo sito utilizza i cookies per migliorare la tua navigazione. 

Olbianova è un giornale online che produce informazione quotidiana, con sede a Olbia. Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Tempio Pausania n. 2/2014 Emessa il 22.12.2014 - Depositata il 18.12.2014 V.G. 966/14. Direttore responsabile Mauro Orrù. Le immagini contenute in questo sito sono di proprietà di Olbianova. Vietata la duplicazione e la riproduzione anche in parte delle foto, dei video e dei testi. Le immagini raccolte in internet sono pubblicate al solo scopo simbolico. Nel caso si violasse il diritto d'autore i proprietari sono invitati a segnalarne l'utilizzo per consentirne l'immediata rimozione.
Policy Privacy

IL TESTO UNICO DEL GIORNALISTA

OLBIANOVA • By Artefix