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Golfo Aranci dice “No all’impianto di ostriche e mitili” nel suo mare.

Le autorizzazioni, secondo quanto sostengono maggioranza e opposizione, sarebbero basate su una attestazione falsa: "L'impianto potrebbe distruggere la prateria di Posidonia"

1 Agosto 2020 ore 14:28 di Mauro Orrù   



A fine manifestazione la sensazione prevalente è che non solo il Comune ma l’intera comunità di Golfo Aranci venderà cara la pelle pur di non vedere realizzato l’impianto per l’allevamento di ostriche e mitili a 400 metri dalla spiaggetta dei Baracconi, anche oggi affollata di bagnanti.

“Siamo estremamente soddisfatti di come Golfo Aranci ha risposto al nostro appello – ha detto Paola Masala promotrice del comitato spontaneo ‘No all’allevamento di cozze e ostriche”-. Siamo riusciti ad accendere un faro mediatico su una battaglia che riguarda tutti, contro un impianto nocivo per l’ambiente e vicinissimo a un’area tutelata. È stato importante mettere insieme politici di maggioranza e opposizione uniti in una lotta che riguarda il futuro del nostro paese”

Nessuna voce dissonante, nessun dubbio. L’allevamento di ostriche e mitili che secondo il progetto si estende per 5 ettari (inizialmente erano 15), collocato tra l’attuale allevamento di orate e il porto, non si deve fare.

Il cerchio rosso rappresenta, in linea di massima, l’area in cui dovrebbe sorgere l’allevamento di ostriche e mitili.

“Oggi combattiamo contro le ostriche, domani potremmo combattere contro qualsiasi altro tipo di intervento. Non esiste che la Regione imponga le sue regole scavalcando nettamente i comuni. Ritengo – sostiene l’assessore Gianni Prontu – che l’unica strada da percorrere sia quella di creare un’unità dei comuni costieri per far valere la nostra voce, soprattutto quando si devono decidere le sorti del nostro ambiente”.

Proprio dal punto di vista normativo, Andrea Viola, che nel corso del sit-in ha rappresentato l’opposizione del consiglio comunale, sostiene che il progetto si basi su una evidente falsità scientifica: “Non è vero che l’impianto poggerebbe sul fondale sabbioso. Abbiamo prodotto documenti che attestano senza alcun dubbio che tutto il sistema di allevamento andrebbe a distruggere la Posidonia che, come si sa, è una specie protetta e come tale intoccabile. Non è possibile rilasciare autorizzazioni basate su elementi inopinabilmente falsi”.

“È certamente uno degli argomenti, e non l’unico, che utilizzeremo per far ritirare il parere favorevole dato dalla struttura tecnica della Regione. Sarà questa una delle leve che intendiamo utilizzare per evitare che l’impianto possa sorgere nel nostro mare – parole dell’assessore regionale del Bilancio ed ex sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino –. Noi lotteremo con tutte le nostre forze contro la realizzazione di questo impianto che non ha nulla a che vedere con lo sviluppo futuro del nostro paese. Negli anni Golfo Aranci è cambiato. Oggi il paese punta sul turismo e se in passato abbiamo commesso errori è giunto il momento di dire basta e cambiare rotta”.

Il richiamo all’unità e alla lotta senza quartiere arriva dal sindaco, Mario Mulas: “Abbiamo resistito ogni grado di giudizio contro questo sopruso. Abbiamo perso, è vero, ma non intendiamo cedere. Vogliamo decidere noi golfarancini se qui devono esserci ostriche o turisti. Vogliamo decidere noi golfarancini se da qui devono nascere posti di lavoro derivanti dal turismo per tutti o arricchimento da fondi europei per pochi. Quando noi andiamo a casa di altri lo facciamo avendo cura di bussare e attendendo che ci venga aperto. Non usiamo le logiche del diritto specie se tolgono ad una comunità qualsivoglia potere”.

Comunque noi non ci arrendiamo – sottolinea Mulas -. Abbiamo pendente ancora il ricorso al Consiglio di Stato, stiamo sollecitando la Regione a rivalutare il progetto e personalmente posso garantire che non mancherò di usare ogni goccia del mio sudore per contrastare questa sciagura. Se staremo uniti e compatti senza divisioni e senza strumentalizzazioni sono certissimo che la giustizia trionferà”.

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