
Non tutti sanno che “S’isulott’e su pedrusimulu” (l’isola del prezzemolo) è il nome che gli olbiesi avevano dato a Molarotto, o che villa Certosa nasce in una località chiamata “Su trappuleri”. E altre zone più o meno famose avevano nomi semplici e spesso originati da aneddoti curiosi come “Su Calvone”, “Sos Dentighes”, “S’anca molta”, “Sa Concada”.
Andare a ricercarli, classificarli e riordinarli è il lavoro portato avanti negli anni da Simplicio Usai, 56 anni, tecnico dell’ufficio Toponomastica di Olbia. Oggi, il guru degli antichi nomi costieri di Olbia, ha raccolto parte del suo lavoro in un appassionante volume dal titolo “Olòdromu, la rotta da seguire” edito da Taphros che sarà presentato sabato 14 aprile 2018 alle ore 18:00 al Museo Archeologico.
“Questo lavoro – scrive Simplicio Usai nella prefazione del volume – è frutto del riordino degli appunti raccolti durante gli anni di studio sui toponimi del territorio di Olbia. Ho iniziato in occasione di una ricerca svolta nel 2014 per l’ufficio comunale di Toponomastica, presso il quale lavoro, che aveva lo scopo di realizzare una mappa dei toponimi storici costieri, poi pubblicata in tre tavole sul sito istituzionale del Comune di Olbia”
Nomi che raccontano di popoli e minacce provenienti dal mare, di eroi e di personaggi leggendari di un’epoca lontana. In questo lavoro sono stati recuperati e poi inseriti nello stradario comunale di Olbia, molti toponimi che erano andati perduti come alcuni personaggi che, invece, devono essere ricordati.
Al convegno, organizzato dall’associazione Insula Felix, presente l’assessore della Cultura, Sabrina Serra, insieme al protagonista assoluto della serata, Simplicio Usai, parteciperanno gli archeologi che operano nel territorio.
“I toponimi – chiude il testo del suo libro – talvolta si sovrappongono nelle varie epoche. Io ho solo provato interpretarli, raccontandoli in un viaggio che chiunque può ripercorrere seguendo l’antica rotta.”