
Nessuno sa come quei massi di granito, alcuni alti circa due metri, siano comparsi sull’argine di un tratto del rio Seligheddu, ma i residenti sono tutti d’accordo (o quasi) che “era l’unica difesa contro eventuali inondazioni come è successo nel 2013 e nel 2015”. La protesta vibrata di un gruppo di rappresentanti di circa 70 famiglie che risiedono nell’area di via Rio Seligheddu, è mossa dalla paura.
“Dal 18 novembre del 2013 la nostra vista è cambiata – dicono mentre una ditta incaricata dal Comune carica i massi sui camion -. Le nostre case sono state devastate dalla furia dell’acqua che è uscita dagli argini proprio in questo punto. Nel 2015 l’inondazione si è ripetuta. Molti di noi non avevano neanche fatto in tempo a riparare i danni di due anni prima. Da allora siamo rimasti indifesi e ogni volta che piove passiamo le notti alla finestra con il terrore di nuovi disastri”.
La paura da una parte, e l’inerzia delle amministrazioni dall’altra, hanno dettato la più antica delle azioni umane: la lotta per la sopravvivenza. Un po’ come dire “se non ci difendiamo da soli non ci difende nessuno”. E così, una decina di giorni fa, sono arrivati i massi di granito. “Non sarà stato un lavoro scientifico ma di certo l’acqua non sarebbe passata” dicono in coro.
Lo smontaggio del muro di pietra, sollecitato dai consiglieri di minoranza di Coalizione Civica, diventato esecutivo da un’ordinanza del sindaco, si basa sulla legge che vieta qualsiasi nuova struttura o manufatto in zona HI4 ad “alto rischio idrogeologico”. Per questo la protezione “fai da te” ha avuto poca vita.
Oltretutto, sembra che quando sono entrante in azione le squadre per la pulizia del rio, per consentire il passaggio dei mezzi meccanici sia stato eliminato, e mai ripristinato, buona parte del terrapieno a bordo fiume e da allora l’argine si sarebbe abbassato quasi fino al pelo d’acqua.
“Ora smontano la nostra unica protezione e siamo punto e a capo – sostengono i residenti -. Non c’è alcuna alternativa per noi, non c’è nessun piano di difesa nell’immediato, né una soluzione provvisoria. Con quel muro ci sentivamo protetti, ora siamo ancora una volta esposti e vulnerabili. Niente e nessuno ci proteggerà dal Seligheddu nel caso di nuove allerta meteo”.