
Ieri mattina, Cereta, piccola frazione di Volta Mantovana, è finita sott’acqua a causa di una falla in una vasca di laminazione realizzata vicino al paese che dovrebbe contenere le piene del canale Caldone. Durante le fasi di collaudo, un’argine non ha retto e una notevole quantità d’acqua si è riversata nel paese, dove abitano circa 600 abitanti, allagando numerose case. Si registrano gravi danni. A lungo la situazione è stata monitorata poiché si è temuto che crollasse l’intera vasca.
Nella notizia riportata sulla Gazzetta di Mantova e rimbalzata sui media nazionali, corredata di video e fotografie, i cronisti raccontano dei Vigili del Fuoco e i volontari della protezione civile intervenuti per evacuare la scuola materna con 40 bambini e invitare la popolazione ad abbandonare i piani bassi delle abitazioni.
Durante le fasi concitate dei soccorsi, un’anziana ha accusato un lieve malore ma si è subito ripresa dopo le prime cure. L’emergenza è durata circa quattro ore. I tecnici hanno temuto che potesse fuoriuscire tutta l’acqua della vasca, circa 23mila metri cubi, ma fortunatamente la perdita è stata individuata e tamponata tempestivamente.
La notizia che giunge dalla Lombardia riporta prepotentemente l’argomento delle vasche di laminazione previste dal Piano Mancini che, secondo la Regione, in totale opposizione con il comune di Olbia, dovrà essere adottato quale arma per combattere eventuali future alluvioni in città. Fa riflettere il fatto che la vasca di laminazione di Cereta non abbia retto il collaudo rimandando il vero esame dell’impianto a fenomeni naturali ben più poderosi che potrebbero verificarsi durante il rovesciamento, sempre meno raro, di masse d’acqua di origine ciclonica