
L’elenco dei luoghi scelti dagli incivili che sistematicamente abbandonano rifiuti nel territorio di Olbia è lungo e il fenomeno non accenna a diminuire. Malgrado il successo della raccolta differenziata, evidenziato da percentuali consolidate tra le più alti dell’isola, ci sono diversi siti eletti da tempo al triste rango di discariche a cielo aperto. Tra i tanti, il parcheggio dell’Auchan, tappa notturna per decine di camperisti, è uno dei luoghi maggiormente bersagliati. Qui l’immondizia arriva persino con i carrelli della spesa.
Nella vicina via Isola Cavallo, che si innesta nella parte alta dei parcheggi del centro commerciale, i dipendenti degli stabulari che svolgono attività di mitilicoltura al termine della strada sterrata, combattono quotidianamente la loro battaglia contro l’inciviltà. Ogni mattina quando si recano al lavoro trovano lungo strada mucchi di rifiuti di ogni genere, compresi inerti e materiale ferroso provenienti da cantieri. A volte gli stessi mitilicoltori riescono a farli caricare sui camion della De Vizia di passaggio ma il più delle volte assistono impotenti alla crescita dei cumuli.
Oltretutto, dalla stessa via, si accede alla più grande distesa abusiva di rifiuti della città. All’interno dell’area di proprietà degli imprenditori Marzano, sbarrata da un cancello, sono stati sepolti per anni quintali di rifiuti di ogni genere. Le operazioni di bonifica, attivate in seguito a un provvedimento del Tar che ha condannato il Comune ad accollarsi le spese per il recupero ambientale di svariati ettari, sono costate alla comunità olbiese almeno 3 volte in più di rispetto alla cifra riportata sul cartello dei lavori non ancora conclusi: 145 mila euro.
Una zona forse non ancora del tutto compromessa malgrado le condizioni disastrose di buona parte del terreno dove pare siano emersi, durante i lavori di bonifica, rifiuti risalenti persino agli anni “70.
Sorvolando sul disastro dell’ex campo nomadi di Colcò, autentico monumento delle confuse politiche di accoglienza di diverse Amministrazioni comunali e all’area che gravita intorno a quello attuale di Sa Corroncedda, una delle strade più colpite dai rifiuti abbandonati è proprio quella che porta alla discarica gestita dal Cipnes di Spirito Santo. Un viale alberato massacrato da cumuli di rifiuti, la maggior parte imbustati, disseminati per centinaia di metri in entrambi i lati della strada.
Nell’elenco non si può fare a meno di citare un sentiero sulla strada per Cabu Abbas, la zona intorno all’aera commerciale nei pressi dell’aeroporto, una grossa discarica, mai ripulita, nei pressi del Pozzo Sacro, parte della vecchia strada per Enas, la strada di collegamento da Pittulongu a Suilies e anche il rudere/cassonetto sulla strada per Loiri. Tutte zone ben conosciute che continuano a esistere malgrado qualche intervento spot. Alla lista occorre aggiungere le tante vie urbane (come via Longhena) dove l’esercizio dell’abbandono in bella mostra è quotidiano.
La difficile condizione ambientale del territorio di Olbia è forse la materia più delicata con la quale dovrà misurarsi, il più presto possibile, la nuova Amministrazione del sindaco Nizzi. E’ proprio sui grandi temi che riguardano il futuro della comunità che la nuova Giunta si giocherà la credibilità e la fiducia affidate in prestito dagli elettori con il voto delle elezioni dello scorso giugno.