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Olbianova

Primo giornale online di Olbia

Corpo ritrovato in mare “compatibile” con Fabrizio Rocca.

Per la certezza occorrerà attendere il risultato del DNA da parte dei Ris di Cagliari.

11 Giugno 2018 ore 21:26 di Mauro Orrù   



La certezza arriverà nei prossimi giorni quando i Ris dei Carabinieri di Cagliari, dopo il prelievo di tessuti organici che avverrà nella mattinata di domani contestualmente all’autopsia, confronteranno il DNA del cadavere ritrovato ieri con quello dei familiari del ragazzo scomparso lo scorso 14 maggio a Porto Rotondo.

Fino a quel momento resta aperta la drammatica vicenda che riguarda la sparizione di Fabrizio Rocca, anche se ci sono elementi oggettivi che rendono il corpo recuperato nel mare della Costa Smeralda “compatibile” con quello del perito informatico.

 Gli elementi fisici comuni sarebbero almeno due: l’altezza (1.90) e il colore dei capelli. A questi si aggiungono altri due particolari che potrebbero ricondurre al giovane di Bolzano: i calzini ai piedi trovati sul corpo recuperato in mare e il luogo del ritrovamento (vicino a Porto Rotondo). Tutti dettagli che, purtroppo, riducono le speranze dei familiari a una flebile possibilità in mano alla scienza.

Per ora, dunque, gli inquirenti procederanno con le analisi sul cadavere rinvenuto in mare senza alcun riferimento a persone scomparse. Per questo motivo i familiari di Fabrizio non sono stati convocati. Gli elementi compatibili, visto lo stato di avanzata decomposizione del corpo, non consentono un riconoscimento diretto e quindi sarà il medico legale, proveniente dall’Istituto di Medicina Legale di Cagliari, a determinare la data del decesso e anche a chiarire la causa di una ferita alla testa presente sul corpo ritrovato nel mare vicino all’isola di Soffi, di fronte alla spiaggia di Liscia Ruja.

Fabrizio Rocca, 23 anni ancora da compiere, originario di Bolzano, perito informatico, era scomparso lunedì 14 maggio da Porto Rotondo. Quella mattina di lunedì era giunto in a Olbia con il volo da Milano dove il giovane lavorava.

Era arrivato a Porto Rotondo con l’incarico di sistemare la rete di connessione di un villaggio turistico e per tutto il giorno aveva lavorato arrivando quasi a completare il compito, come aveva riferito alla mamma attraverso un messaggio al telefono.

Al termine, intorno alle 19:30, si era recato nel monolocale a lui assegnato ma a tarda sera era uscito con l’intento di recuperare il trolley che aveva lasciato nell’ufficio dove aveva trascorso l’intera giornata.

Ma era tardi e all’interno non c’era nessuno. A quel punto, forse già in stato confusionale, aveva tentato di sfondare la vetrata dell’ufficio con un estintore ma il frastuono aveva attirato l’attenzione del direttore del residence che vive in un appartamento adiacente agli uffici.

Probabilmente, vistosi scoperto, Fabrizio era scappato come un fulmine. Da lì a poco, forse in preda a una crisi di panico, si era spogliato lasciando sull’asfalto maglietta, felpa, jeans e scarpe e si era recato in spiaggia. Non è chiaro ma sembra che sia stato visto mentre si sciacquava il viso con l’acqua del mare. Da quel momento del giovane informatico si erano perse le tracce.

Le massicce ricerche palmo a palmo dapprima nella zona di Porto Rotondo e poi nelle acque interne ed esterne della località turistica non hanno mai fatto emergere alcun particolare utile al suo ritrovamento. A nulla sono valsi gli appelli rivolti proprietari per controllare ville chiuse in attesa dell’alta stagione, come del resto si sono rivelati falsi tutti gli avvistamenti segnalati (quasi quotidianamente) alle Forze dell’ordine.

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