
Con in mano il mandato del Consiglio comunale di Olbia, il sindaco Settimo Nizzi, accompagnato dal dirigente Antonello Zanda e dall’ingegnere Simone Venturini, ha partecipato a Cagliari alla Conferenza di Servizi sul Piano di mitigazione del rischio idrogeologico. Come era prevedibile, il Piano Mancini, presentato con diverse modifiche riguardanti sopratutto le “famigerate” vasche di laminazione dai tecnici incaricati dal Commissario, non ha superato le strettissime maglie del Servizio Valutazioni Ambientali.
Al tavolo della conferenza, erano presenti tra gli altri anche i responsabili di Arpas, Stoiss (ex Genio Civile), Adis, Utp di Sassari, Consorzio di bonifica, Rfi, Provincia di Sassari e la Sogesid, società di consulenza della struttura tecnica del Commissario regionale.
Durante la conferenza sono emerse diverse criticità strutturali del Piano Mancini. Tra queste è risultato mancante il progetto per l’utilizzo dei rifiuti. Aspetto importantissimo, soprattutto in considerazione dei massicci lavori previsti all’interno della città. Così come non ci sarebbe traccia dell’analisi del rumore mentre la vasche di laminazione sarebbero state presentate con piantumazioni e giardini decisamente incompatibili con le norme vigenti.
Il comune di Olbia, dal canto suo, ha presentato l’osservazione al Piano Mancini con la simulazione dell’ing. Venturini, “Verifiche di Dam Break e rischio di crollo” di cui ci siamo occupati anche noi in un servizio speciale.
A questo punto, le modifiche progettuali presentate in sede di conferenza dai tecnici della struttura commissariale, insieme alle documentazioni mancanti, dovranno essere inviate alle parti interessate per una nuova valutazione.
Il tutto sarà soggetto a ulteriori osservazioni e, dunque, occorrerà attendere ancora, impossibile stabilire quanto, prima di riconvocare una nuova conferenza di servizi. Nel frattempo, tra vacanze di Natale e inevitabili rallentamenti burocratici, si svolgeranno le elezioni regionali di febbraio il cui esito potrebbe cambiare per sempre il destino del Progetto Mancini. La città, però, a cinque anni dalla tragica alluvione del 2013, continua a essere indifesa ed estremamente vulnerabile.