
Secondo l’accusa il suo nome, indicato come “Giovani” (con una “n”) compariva nel libro paga del contabile di un’organizzazione di albanesi dedita dallo spaccio di cocaina. A fianco a quel nome compariva anche un numero di telefono. Si tratta di una prova fondamentale nei confronti di Giovanni Satta, attuale consigliere regionale dell’UDS, per il quale il prossimo 28 novembre è prevista l’udienza per stabilire il suo eventuale rinvio a giudizio. Nella realtà, però, come ha accertato con tanto di prove fotografiche il legale di Satta, Angelo Merlini, il nome “Giovani” con tanto di numero di telefono, non è mai appartenuto al politico di Buddusò.
Quel numero corrisponde, invece, a una agenzia di viaggi. Oltretutto il suo titolare si chiama “Giovanni”, ma il cognome è assai diverso da “Satta”. Una prova, evidentemente, polverizzata dall’avvocato Merlini che smonta l’accusa della Procura. Oltre tutto, sempre in quel libro paga, in linea con il nome “Giovani” e il corrispondente numero di telefono, compare anche la parola “biglietti”.
Tutta la riga scritta a mano, dunque, evidenza un rapporto con quella agenzia di viaggi che anche ai tempi della prima indagine, reclamizzava l’attività su una targa posta all’esterno del negozio dove compare ancora oggi quel numero di telefono.
A questo punto, il prossimo 28 novembre, l’avvocato difensore di Giovanni Satta esibirà le prove che evidenziano “una deprecabile lacuna consistita nell’omesso controllo del numero di cellulare” che compariva negli atti del processo.
Merlini, nella memoria difensiva, calca la mano e sostiene con enfasi “che il dovere di ricerca della prova (anche nei rari casi che essa militi a favore dell’indagato-imputato) è onere del Pubblico Ministero”.