
★VIDEO★I Carabinieri di Olbia hanno arrestato cinque persone per tentato omicidio, rissa e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. L’indagine si è sviluppata a seguito della rissa avvenuta nei pressi di un bar di Olbia nel pomeriggio del 27 febbraio scorso. Quel giorno, all’arrivo delle pattuglie, le persone coinvolte nella rissa erano in parte fuggite, mentre chi era rimasto era stato trasportato presso l’Ospedale di Olbia a causa delle gravi ferite riportate.
L’operazione “Quartiere sicuro” è scattata all’alba di questa mattina. I militari sono entrati in azione insieme allo Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sardegna e al 10° Nucleo Elicotteri di Olbia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Tempio Pausania su richiesta della stessa Procura della Repubblica.
AGGIORNAMENTO DOPO LA CONFERENZA STAMPA:
Sette le persone arrestate. Tutte di nazionalità albanese. Tre con l’accusa più grave: tentato omicidio in concorso e riguarda i fratelli Gioca, Ilkir 34 anni e Izmir 30 anni, più un terzo individuo arrestato questa mattina del quale non sono state rese note le generalità. Altre quattro persone sono state arrestate con l’accusa di rissa aggravata: Dashmir Hoxha 43 anni, Ruci Dajlan 37 anni, Zefi Edward 32 anni più una quarta persona finita in manette questa mattina. E’ il bilancio dell’operazione battezzata dai militari “Quartiere sicuro” compiuta questa mattina all’alba.
Durante la conferenza stampa il colonnello Cicognani e il luogotenente Putzolu della Stazione di Olbia centro, hanno chiarito i contorni di uno scenario raccontato da Olbianova lo scorso 27 febbraio. La rissa, con spargimento di sangue, ha i connotati di una sorta di guerra per la conquista del territorio in città. Bande organizzate, formate da cittadini albanesi, entrate in collisione per affermare il comando di attività illecite, compreso il traffico di stupefacenti nella vendita al dettaglio.
A inchiodare le due bande sono state soprattutto le registrazioni delle telecamere collocate in via Vittorio Veneto che hanno immortalando i protagonisti darsele violentemente. Quando sono giunte le pattuglie dei Carabinieri uno dei sette componenti giaceva sull’asfalto con la testa insanguinata. Per lui i sanitari del Giovanni Paolo II si erano mobilitati riservandosi la prognosi sciolta soltanto alcuni giorni dopo.
Le conferme sono arrivate dai tabulati telefonici e persino dal Dna rilevato dal sangue di alcuni soggetti rinvenuto nelle spranghe di ferro utilizzate per l’aggressione. Un’operazione, quella dei Carabinieri, portata a termine anche con l’utilizzo dello squadrone dei Cacciatori di Sardegna, che potrebbe aver smantellato due bande particolarmente attive in città. Le indagini, come ha spiegato il luogotenente Putzolu, vanno avanti per scoprire integralmente la natura dei traffici illeciti e le eventuali ramificazioni all’esterno della città di Olbia.