
“Come Cgil Gallura siamo sorpresi, preoccupati e indignati per quanto accaduto ieri in Commissione Regionale Bilancio e Sanità, dove il consigliere gallurese della Lega Dario Giagoni è intervenuto chiedendo e ottenendo il rinvio della delibera del finanziamento al Mater Olbia, delibera giova ricordare, adottata dalla stessa giunta Solinas il 20 giugno scorso. Atteggiamento irresponsabile – scrive Luisa Di Lorenzo della segreteria territoriale – frutto di improvvisazione o – come è legittimo pensare – l’ennesima azione dei gruppi forti contro la Gallura? Noi lo consideriamo, anzi è l’ennesimo attacco sferrato alle legittime e sacrosante aspirazioni di un territorio, quello della Gallura, dinamico ma comunque ancora troppo penalizzato a livello infrastrutturale.
Più posti alla Gallura. La nostra posizione è sempre stata molto chiara: l’ospedale Mater Olbia è importante perché offrirà a Olbia, alla Gallura e alla Sardegna elevati standard di assistenza sanitaria e perché i suoi servizi non saranno in concorrenza ma complementari con quelli della sanità pubblica; colmerà carenze storiche nel territorio gallurese e aggiungerà specialità mancanti; unirà alle prestazione per le non acuzie, di cui c’è molto bisogno, attività di ricerca e sperimentazione di avanguardia; consentirà di alleviare le attese perché aumenta l’offerta sanitaria. Per la Gallura – l’unica area sanitaria in cui la popolazione è aumentata – si tratterebbe di un riequilibrio fondamentale. Occorre sottolineare che la Gallura ha infatti 2,2 posti letto ogni 1000 abitanti, ben al di sotto della media regionale e nazionale. Fatte le somme, la Gallura – con l’apertura del Mater Olbia – nel complesso guadagna ben 151 posti letto, passando da 356 a 505, che sono tutti posti letto pubblici perché, anche se concessi a una struttura privata, daranno un servizio pubblico e saranno finanziati dalla Regione solo se forniranno i servizi.
Meno viaggi della speranza. La nascita del Mater Olbia, con le sue eccellenze sanitarie, è poi di straordinaria importanza per i pazienti sardi e i loro familiari e per le casse pubbliche della Regione. La sua apertura abbatterà la mobilità passiva, ossia i viaggi verso altri ospedali della Penisola cui sono costretti i sardi per curarsi da alcune malattie. Con il Mater Olbia potranno curarsi in Sardegna. Questo significherà un grande risparmio anche per l’assessorato regionale alla Sanità, non più costretto a pagare i servizi alle altre Regioni. La sua apertura accresce invece l’attrattività dall’esterno, sia perché chi arriva in questo territorio e sa di poter aver un ospedale d’eccellenza qualora ne avesse la necessità, sia perché dalla penisola potrebbero scegliere di venire a curarsi in Sardegna per le ideali condizioni climatiche di Olbia.
90 milioni ai privati cagliaritani e sassaresi. In Gallura e in Sardegna abbiamo finalmente una struttura privata di grande livello e capacità economica, con due partner molto forti come il Qatar e il Gemelli di Roma. Una struttura che funziona in modo complementare al servizio pubblico, a differenza di altri servizi privati convenzionali che sono puramente parassitari, figli di logiche lobbistiche, gestiti in modo fallimentare e che scaricano sulla collettività regionale i costi della loro malagestione. Stranamente questo crea poco scandalo da parte delle lobby che difendono i loro presidi privati a Cagliari, Sassari, Oristano e Ogliastra e attaccano il Mater Olbia, struttura che nasce nella terza città della Sardegna dopo Cagliari-Quartu e Sassari, unica città finora senza ospedale privato. Ricordiamo che il finanziamento pubblico degli ospedali privati è presente in Sardegna da decenni. Solo per restare all’anno 2019, la Regione finanzierà gli ospedali privati di Cagliari, Oristano, Sassari e Lanusei per 89.256.302.
Basta attacchi ideologici. Ci pare che chi in questi giorni ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, definendo “una scelta sconsiderata” il finanziamento al Mater Olbia, lo abbia fatto per semplici posizioni di retroguardia pregiudiziali e ideologiche che sono personali e che poco hanno a che fare con la tutela della salute dei cittadini e la tutela dei lavoratori. La sanità ha bisogno di certezze e non di improvvisazione”.