
“Votare No per evitare che il Governo decida ogni cosa relegando le funzioni delle Regioni, Sardegna compresa, alla faccia dello statuto speciale, alla mera amministrazione”. E’ la sintesi di un passaggio al leggio di Michele Carrus segretario generale della Cgil Sardegna, durante il convegno del Comitato del No organizzato al Blu Marine di Olbia da Arci e Anpi. All’incontro sono intervenuti anche il costituzionalista Fulvio Dettori e il magistrato Riccardo De Vito.
“Con questo referendum si tocca il cuore della vita civile del paese – ha detto Carrus – con una riforma fatta a passo spedito aggirando gli emendamenti in sedi estranee al Parlamento e senza alcun coinvolgimento o contributo esterno”.
Per il segretario della Cgil “la riforma tradisce gli obbiettivi che erano alla base dell’idea originale e poi ci viene presentato un polpettone che al posto della chiarezza privilegia la confusione”.
Carrus snocciola i punti deboli di una riforma che definisce “una barzelletta” a partire dal suo fondamento. “La riforma doveva provvedere a un risparmio imponente per lo Stato e alla fine, conti alla mano, si arriva a fare economia per circa 50 milioni. E’ costato di più l’aereo del presiedente Renzi su e giù per il Paese. E’, nella realtà, una riforma che sposta le decisioni dal Parlamento al Governo che ne ha redatto il contenuto”.
Per il sindacalista, oltre ad appiattire il ruolo delle Regioni trasformandole come fossero macroprovince, l’aspetto più fumoso risulta la stessa composizione del nuovo Senato. “Che lo dica il Governo senza mistificare la realtà. Il Senato non è eletto dai cittadini e non sarà affatto la camera delle Autonomia perchè sarà un ibrido senza funzioni”. In buona sostanza Carrus sostiene che con la riforma Boschi/Renzi la maggior parte delle competenze delle Regioni passeranno di competenza esclusiva dello Stato.
“Dobbiamo votare NO – ha ribadito ai microfoni – anche per scongiurare l’applicazione della Clausola di supremazia con cui il Governo potrà intervenire in materia di competenza regionale quando lo richiede la tutela dell’unità giuridica o economica nell’interesse nazionale. Che equivale a dire: le Regioni non contano nulla. Anche per questo motivo se vince il Sì, è il Governo che deciderà ogni cosa ma visto che la carta costituzionale e di tutti dobbiamo votare NO e lavorare in evoluzione per una nuova legge elettorale a tutela della nostra democrazia”.