
In questo caso si è andato ben al di là della libertà di critica. Per questo motivo la Assl di Olbia intende ricorrere alle vie legali per tutelare gli operatori e l’azienda sanitaria da una campagna denigratoria avviata su Facebook e ripresa da qualche periodico online.
A quanto riporta una nota della Assl di Olbia, si tratterebbe di accuse “basate su situazioni infondate e documentate con artifizi realizzati ad hoc volte a dimostrare, in malafede, la malasanità gallurese, spesso in violazione della privacy di altri pazienti ricoverati e degli stessi operatori sanitari, ripresi senza alcuna autorizzazione”.
Nel documento si legge che “la Direzione della Assl Olbia ritiene inaccettabile e ingiustificabile il tono e contenuto delle comunicazioni, false, e richiama i media qualificati ad una informazione sobria e rigorosa, contemporaneamente, però, invita anche, e soprattutto, i cittadini e utenti dei social al rispetto del prossimo e alla convivenza”.
Il direttore dell’Unità operativa di Medicina dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, Marino Achenza, esprime “profonda amarezza – per l’attacco mediatico ingiustificato e vergognoso – giunto alla fine della mia carriera e dopo un anno trascorso a combattere in prima linea per la gestione di una pandemia che ha stravolto la vita di tutti e anche il lavoro quotidiano di chi giornalmente fa del suo meglio per salvare vite umane”.
Secondo Achenza i responsabili avrebbero agito “in malafede e con falsità per sminuire l’operato di noi operatori sanitari che, quotidianamente, nonostante le croniche carenze di personale, garantiamo una assistenza qualificata e specialistica alla nostra popolazione. Un clima di odio che nella nostra società non può e non deve esser tollerato e deve, semmai, esser isolato e messo alla berlina. Eventuali segnalazioni o critiche, se vere, non possono che far crescere l’azienda e il singolo, ma dinanzi a falsità e immagini artefatte e realizzate per screditare il nostro operato, non si può che rispondere con forza e impedire ulteriori simili atteggiamenti, che altro non fanno se non allarmare ingiustamente la popolazione”.
La Assl di Olbia, dunque, intende portare la questione in Tribunale con i responsabili della vicenda e della sua diffusione chiamati a risponderne davanti ai giudici.